Un virus, esserino piccolissimo, è riuscito a sconvolgere la nostra vita. Incredibile! L’ha sconvolta su tutti i piani. I decreti, che inizialmente si susseguivano, non hanno fatto che confonderci perché ciò che affermava il primo, il secondo lo smentiva. Una babilonia! Così è accaduto sul piano delle abitudini quotidiane spirituali e di servizio. Spirituali perché come una esplosione ci siamo viste private della cosa essenziale: la celebrazione Eucaristica. La Messa del Papa però ci ha arricchito in maniera straordinaria; come pure le meditazioni di Padre Italo, anch’esse sono state per noi di grande sostegno. Per quanto riguarda il servizio: nella comunità dei ragazzi ci siamo inizialmente sentite smarrite. Niente scuola, niente sport, niente uscite. Ci siamo dovute ri-progettare in maniera diversa. Io, che amo sognare, ho subito pensato che era arrivato il momento di trasmettere i sogni e di far sognare i ragazzi per non permettere loro di annoiarsi ma aiutarli a diventare creatori di cose belle. I ragazzi, oggi, sono indolenti per natura, perciò non potevamo correre il rischio di lasciarli adagiare ed annoiarsi. Abbiamo con loro deciso di abbellire la loro casa, i loro ambienti, gli spazi da loro abitati. Con le pietre, materiale che più abbiamo a disposizione, hanno creato nel giardino tante cose belle. Da qui l’idea di fare una piccola catechesi sul senso del bello, sulla bellezza che deve sempre animare la nostra vita. Per stancarli e rafforzarne la volontà abbiamo fatto molte passeggiate di Km e Km; questo è stato possibile perché in una comunità come la nostra non si possono tenere le distanze perché si sta come in famiglia, infatti, non avendo avuto contatti con l’esterno, per grazia di Dio, tutto è andato bene anche per la loro salute. Il punto dolens però è stata la chiusura della scuola; quando si è iniziato a parlare di lezioni a distanza ci siamo sentiti smarriti. Noi educatori siamo entrati nel panico perché non avevamo gli strumenti digitali, indispensabili per le lezioni, per i 16 ragazzi presenti in comunità. Ogni insegnante usa una piattaforma diversa, orari diversi, video lezioni a tutte le ore. Il primo periodo è stato un caos…. Ma i ragazzi, che ormai nascono già tecnologici, hanno subito imparato a gestirsi e hanno seguito con diligenza le lezioni impartite via web dai loro insegnanti. Molto brave sono state le educatrici che li hanno accompagnati e che hanno vigilato perché, finite le lezioni, non entrassero in siti sospetti… C’è da dire che, prima della chiusura della scuola il lavoro dei ragazzi era ben distribuito, i compiti da portare avanti a casa non erano molti e ai ragazzi rimaneva tempo da dedicare a sé stessi e alle cose che a loro piacevano. Con la didattica a distanza, è cambiato tutto, le insegnanti hanno subissato i ragazzi di compiti da riconsegnare in tempi brevi per la correzione. Inizialmente non avevamo un computer per ciascun ragazzo, poi, come sempre, la Provvidenza ci è venuta incontro e siamo riusciti a recuperarli tutti, ogni ragazzo ha potuto così lavorare in autonomia. Io e tutti gli operatori, ma credo anche i loro insegnanti, abbiamo potuto godere nel vedere l’impegno e anche la bravura. In questo tempo di “dura prova” tutti rimaniamo ammirati e i nostri occhi vedono cose molto belle; è facile notare che i ragazzi in questo tempo sono cambiati, non potendo uscire – anche perché il Tribunale per i Minori lo ha decretato – sono riusciti a creare più famiglia e tra di loro sono diventati più solidali, più gioiosi e recettivi; se prima, per andare a scuola brontolavano, ora fanno i compiti volentieri e assistono alle video lezioni in maniera attiva; quelli che tra di loro faticavano ad accettare, ora godono nel vedere i propri genitori in video chiamata. Credo che per i ragazzi questa esperienza serva a farli riflettere che la vita è come un soffio, basta un “esserino”, come lo chiamano loro, per rivoluzionarla.
Autore: Suor Anna Cogoni FdC