Portiamo ancora negli occhi e nel cuore le meraviglie del creato che gratuitamente e in abbondanza, in questa brevissima stagione estiva, abbiamo vissuto e contemplato in tutta la loro bellezza e magnificenza. Tutto porta il Suo Nome… L’abbraccio del cielo stellato, gli incantevoli tramonti estivi, l’incedere dell’alba e dell’aurora accompagnate dalla Luce e via via dal calore del sole… Per dirla con le parole del grande Lucio Battisti, tutti ci siamo ritrovati nell’anima… in fondo all’anima cieli immensi e immenso amore… Fiumi azzurri, colline e praterie… Dove corrono dolcissime le mie (nostre) malinconie e, perché no, anche le nostalgie di emozionanti ricordi per ciò che abbiamo vissuto, i miracoli quotidiani dell’accoglienza, il coraggio del perdono, il cuore che abbiamo messo nella quotidianità delle nostre giornate, nelle scelte piccole e in quelle importanti. La vita della nostra società nel frattempo non ci ha risparmiato fiumi di parole, opinioni passeggere, disattese promesse, false bellezze e insieme anche sofferenze, incomprensioni, fatiche, foreste che bruciano mentre tutta la creazione geme e soffre… (Rm 8,22) con innegabili effetti sulla nostra vita e sull’ intero pianeta. A reggere dinanzi alla caducità del nostro esistere è la preghiera che nutre l’anima e risponde alle tante inquietudini, problematiche e ferite che, in un modo o nell’ altro, ci portiamo dentro. Pregare si può ovunque ci si trovi, qualsiasi cosa si faccia, costa così poco alzare la nostra mente a Dio, aprire il nostro cuore al Suo stesso cuore, sintonizzarci con Lui per incontrarlo. Possiamo chiedergli quanto più abbiamo a cuore di autentico, nobile, puro e santo; abbiamo bisogno tutti di rapporti interpersonali veri e sinceri, di una umanità bella e più rassomigliante a quella di Gesù, in armonia col creato e con chi ci vive accanto. La beata suor Giuseppina Nicoli parlando della “preghiera vocale” dice essere la via privilegiata per intrattenerci con Dio e meglio comunicare con Lui a patto però che sia fatta (la preghiera) con attenzione, partecipazione interiore, pronunziando bene le parole, dicendole adagio e con devozione… Per ben pregare – prosegue Suor Nicoli – è necessario poi considerare Dio come nostro padre, nostro amico, nostro benefattore… senza dimenticare che quando ci rechiamo in qualsiasi Chiesa, il nostro sguardo e il nostro cuore vadano a posarsi su Gesù Eucarestia, presente nel tabernacolo in Corpo – Sangue – Anima – Divinità, che adora, ringrazia, prega, chiede perdono per noi… Ritornando alle quotidiane occupazioni, rivolgiamoci spesso con la preghiera a Dio Padre, ascoltiamo il sussurro leggero della sua Presenza in noi… un piccolo break ogni giorno fino a poter dire con Giobbe: Io ti conoscevo per sentito dire, ma ora i miei occhi ti vedono (Gb 42,5).

Autore: M.R. Columbano