Suor Maria Scaravella è stata una suora tutta dedita al servizio nascosto di una cucina e dei più umili mestieri. Era nata il 19 luglio 1890 a San Giorgio Piacentino ed entrò in comunità il 17 luglio 1914. Con la presa d’abito fu subito inviata al Rifugio Gesù Bambino di Sassari, ove rimase per tutta la vita. Di lei merita trascrivere il necrologio apparso su La Libertà di Sassari 15 dicembre 1972, all’indomani della sua morte, per riassumere nella sua figura la memoria di tante suore che hanno servito i poveri “con la forza delle braccia e il sudore della fronte”, come diceva san Vincenzo. “Il 12 di dicembre, presso l’Istituto Rifugio Gesù Bambino, terminava la sua lunga giornata di lavoro e di bene, suor Maria Scaravella, che era diventata una istituzione nell’istituto. Con piena lucidità di mente aveva ricevuto il giorno antecedente tutti i sacramenti; gli era stato di grande conforto la graditissima visita e la paterna benedizione dell’arcivescovo; amorevolmente assistita dalle consorelle e dai missionari di san Vincenzo, alle ore 4,20 del mattino suor Maria si presentava allo sposo divino come la vergine prudente, con la lampada accesa, ben fornita di olio e di opere buone.
Era arrivata a Sassari, giovanissima suora, il 12 agosto 1915 e vi rimase per 57 anni, svolgendo un lavoro umile che sarebbe difficile riassumere e valutare secondo il merito. Le sue mansioni furono sempre semplici, di generoso e fedele servizio: la cucina, la lavanderia, la lingeria, sempre attorniata da gruppetti di bimbe che si alternavano per imparare da lei l’educazione cristiana e l’arte di brave massaie e del buon vivere civile. Erano, allora, anni difficili, gli anni di consolidamento e di espansione di quell’istituto che avrebbe tanto onorato la città di Sassari e la brava suor Maria dedicò tutte le sue energie giovanili in collaborazione con le consorelle, le Dame della Carità ed il padre Manzella, animatore della carità. Con lui collaborò intensamente alla fondazione ed alla prima organizzazione di due importanti colonie marine a Lu Bagnu, in comune di Castelsardo: quella dell’Istituto Rifugio Gesù Bambino, denominata la Casetta San Giuseppe, e la Colonia Santa Teresa, che era destinata a diventare grande centro di lavoro e di apostolato per le suore del Getsemani.
Mentre crescevano lentamente le mura suor Maria, insieme con il padre Manzella trovava il tempo per dedicarsi all’apostolato avvicinando la gente semplice della zona per il catechismo, la preparazione al precetto pasquale, la sistemazione di matrimoni… Di là si spingeva fino a Castelsardo, a Tergu, a Sedini. Era diventata tradizionale la festa di San Giuseppe in occasione della quale centinaia e centinaia di persone si accostavano ai sacramenti. La permanenza in colonia durava 4 o 5 mesi. Al termine, il 27 settembre si celebrava la festa di san Vincenzo con una solenne Messa cantata; quindi la processione eucaristica che si snodava in mezzo ai campi ed ai vigneti, con larga partecipazione della popolazione. Poi si rientrava in città, per riprendere la stessa vita nascosta di sacrificio: cucina, lavanderia, lingeria, tra uno stuolo di bimbe il cui numero cresceva sempre di più. Il tutto per oltre mezzo secolo! Un vero eroismo! In tanti anni suor Maria aveva sempre operato con umiltà, carità, semplicità, secondo lo spirito del fondatore.
Il primo vero riposo suor Maria l’ha avuto quando la sua salma fu composta nella camera ardente, subito visitata da persone di ogni ceto, commosse e oranti. Dal suo volto traspirava un’anima ancora bella, ardente, pura, generosa. Attorno a lei, addormentata nel riposo, ancora fiori bianchi, espressione di riconoscenza alla solerte operaia, da parte del consiglio di amministrazione e delle consorelle. E attorno a lei ancora uno stuolo di bambinette, come sempre… o non erano angioletti che le erano venuti incontro dal cielo?”