Suor Maria Calcagno merita di essere ricordata per l’intraprendenza nelle opere di carità e per il suo profondo amore ai poveri, fra i quali spiccano i bambini ed i giovani. Era nata a Savona il 1 marzo 1839 da una famiglia benestante. Entrò tra le Figlie della Carità giovanissima, a 21 anni, nel 1860. Subito dopo aver ricevuto l’abito fu inviata a Cagliari, presso l’Istituto San Vincenzo, ove, sotto la direzione prima di suor Clarac e poi di suor Tonso, imparò l’arte dello stare tra i poveri e di dirigere.
Dopo alcuni anni, nel 1868, fu traferita all’Asilo Carlo Felice, di cui fu l’anima per 48 anni, fino alla morte avvenuta il 21 maggio 1916, all’età di 77 anni e 56 di vocazione. Arrivando al Carlo Felice, suor Calcagno capì subito che l’istituto non avrebbe potuto fare grandi progressi se non avesse avuto locali adeguati. Vi trovò l’asilo dislocato in tre case malandate, che accoglievano 150 bambini, ed un laboratorio per lavori donneschi con 30 bambine. Con la propria attività e la generosità dei privati, riuscì un poco alla volta a trasformarlo completamente. Per ampliare l’edificio utilizzò il suo patrimonio di famiglia, grazie al quale poté realizzare una nuova ala per la scuola materna e per due nuovi laboratori. Poco dopo fece costruire un’altra ala di fabbricato per ospitare varie opere: un educandato, un corso di scuole elementari ed un corso complementare al termine del quale le giovani sostenevano l’esame di ammissione alla scuola normale per conseguire il diploma magistrale. In tal modo, poté accogliere un maggior numero di bambini poveri e avere nelle scuole molte ragazze, sia povere, sia di famiglie benestanti. Nel primo decennio del ‘900 l’asilo educava ed istruiva oltre 400 bambini in stato di povertà, cui giornalmente si somministrava una refezione calda, e circa un centinaio fra convittrici ed alunne esterne.
Nel 1880, in collaborazione con il Maggiore cav. Carlo Cappai, uomo di grande pietà, allargò l’attività del Carlo Felice, dando l’avvio all’Opera della Misericordia per soccorrere indigenti e soprattutto ammalati cronici che erano esclusi dalle famiglie. Questa pia istituzione, deve la sua prosperità ai larghi soccorsi che le provennero dalle Dame della Carità e dalla munificenza della Regina Margherita di Savoia che fin dal 1889, quando visitò la città, le assegnò un sussidio di 1.400 lire annue.
Tra l’asilo, l’educandato e l’Opera della Misericordia, le Figlie della Carità beneficavano giornalmente circa 800 persone. Il governo conferì a suor Calcagno una medaglia d’oro di benemerenza.