È il primo giorno del triduo a San Vincenzo, sono già le 11.40, ho ancora un po’ di tempo per qualche commissione… l’aria è tersa, il sole piacevole, decido di uscire a piedi, a passo sostenuto… e rientrare a Casa per le 12.30. Mentre sto per arrivare a destinazione, una povera mi chiede qualcosa, la guardo ma non mi fermo, vado oltre… al ritorno mi ritrovo a passare nuovamente, quasi senza accorgermi, davanti alla stessa povera… Non mi chiede niente, questa volta ma, mentre sto per attraversare la strada, con voce limpida, ferma e ben articolata, esclama: San Vincenzo de’ Paoli si sarebbe fermato! Poche parole ma, così importanti per me da richiamarmi… questione di un attimo, arretro il passo! E sono già davanti a lei; la saluto. Mi dice subito che ha fame. Dietro di me scorgo un negozio di generi alimentari, dico: le compro un panino, qualcosa da mangiare. No! – risponde – mi compri quattro yogurt al cioccolato, marca Granarolo, e due yogurt ai mirtilli, Vipiteno. Quattro yogurt al cioccolato, marca Granarolo, e due yogurt ai mirtilli, Vipiteno? Ripeto io quasi incredula! Ha capito bene, aggiunge. Obbediente entro in negozio, non trovo la marca indicatami, ed allora sto lì, come quando ero bambina e mia mamma mi mandava a comprare qualcosa… finiva che io, rientrata a casa, dovevo tornare indietro perché puntualmente mi diceva che non dovevo comprare quello che voleva il negoziante. Chiedo alla commessa del reparto… mi dice di non avere a disposizione marca Granarolo, prendo un’altra marca famosa. Uscita dal negozio, dico subito di non aver potuto esaurire in pieno la richiesta… La povera mi condona… faccio per avvicinarmi a Lei, ma si allontana di qualche passo, mi dice di poggiare il tutto su un piccolo rialzino che si trova lì. Le chiedo come mai non si rechi a pranzare in una qualche Mensa Caritas? Risponde: Sono troppo sporca, puzzo… Guardo le sue mani ben coperte, a mo’ di guanti, da giornali tenuti insieme da un elastico. Faccio per andar via… e, ancora una volta, mi inchioda: Lei non porta la Medaglia Miracolosa? Dico: Si, la porto sì! Me la fa vedere? – risponde lei. Ed io, molto vicina allo stato d’animo di Pietro quando il Signore gli chiede: Pietro mi vuoi Bene? rispondo: la porto nel cuore, indicando con l’indice il mio muscolo cardiaco! Mi obietta: ma la Medaglia si deve vedere. Io la Medaglia la porto sempre con me, vede? E da dietro un piccolo risvolto del suo abito, mi fa vedere un bell’ovale in argento della Madonna della Medaglia Miracolosa. Io, ribadisce la signora, la tengo qui! Porti la Medaglia! La protegge, sa?! ed aggiunge: vede l’albero vicino a me? io sono stata picchiata da un uomo e sbattuta contro questo albero, mi sono rotta il setto nasale, ma la Madonna mi ha protetto… Vede come si è rimesso a posto il mio naso? Annuisco, vorrebbe ancora parlare, ma il tempo vola; saluto ancora una volta, faccio per andar via, ma Angela (nome di fantasia), mi trattiene dicendomi di passare ancora a trovarla e nel mese di novembre di recarmi nella zona del Corso perché mi vuol dare, gratis, ci tiene a sottolinearlo, un cuoricino fatto da lei. La saluto e mentre rientro a casa ripenso alla bella catechesi sulla Medaglia… proprio vero, i poveri, talvolta, ci prestano i loro occhi per guardarci dentro e mentre lo fanno ci evangelizzano.
Autore: Una Figlia della Carità