Basta sfogliare la ricca corrispondenza dei Fondatori per farsi un’idea della grande attenzione verso le giovani aspiranti che, solo dopo un tirocinio preliminare in una confraternita parrocchiale, venivano ricevute in casa di Luisa de Marillac per iniziare il periodo di formazione, che durava, nei primi tempi, non più di due o tre mesi. Il tirocinio permetteva già una prima selezione:
Quanto a Nicoletta, c’è da temere che non riesca a cambiare, data la sua età. D’altro lato mi dispiacerebbe dare ancora il mio parere per mandarla via. Provi a privarla per un po’ della Comunione; forse questo le gioverà; altrimenti, in nomine Domini. Dopo aver tentato tutte le possibilità, se non si corregge, la rimandi pure a casa. Quanto all’altra buona giovane d’Argenteuil, che è malinconica, credo che lei abbia ragione di trovare qualche difficoltà ad accoglierla: lo spirito malinconico è molto strano. Del resto mi pare che, per un po’ di tempo, avrà abbastanza lavoro con queste ragazze. Le faccia esercitare molto nel leggere e nei lavori di cucito, affinché possano lavorare nei paesi di campagna.
Da una lettera di san Vincenzo a padre Guglielmo Delville, si evincono le condizioni richieste per ammettere le giovani nella Compagnia:
Se incontra giovani sane e robuste, predisposte per il servizio della Carità, di vita irreprensibile, ben risolute ad accettare l’umiliazione, a lavorare alla propria virtù e a servire i poveri per amore di Dio, può dar loro speranza che saranno accolte; però prima ci informi sul numero, sulle loro condizioni sociali, sulla loro età e le loro qualità. Bisogna che abbiano almeno diciotto o vent’anni, che portino da vestirsi all’inizio e con i loro piccoli effetti personali, insieme con del denaro per ritornare in famiglia, qualora trovino difficoltà ad adattarsi al modo di vivere di questa piccola Compagnia o non siano giudicate adatte.
Ma è nelle conferenze spirituali, tenute in casa di Mademoiselle Le Gras, che Vincenzo de’ Paoli effonde il proprio cuore. In quelle conversazioni semplici e familiari egli entusiasma le sue giovani al grande dono della vocazione di Figlia della Carità, ne spiega il significato profondo del nome e le esigenze radicali del dono totale di se stesse a Dio nel servizio dei poveri. Molto bella la prima conferenza, giunta fino a noi, quella del 31 luglio 1634, che è la terza dalla fondazione. In essa Vincenzo pone le basi della piccola Compagnia, ne illustra l’origine divina, il fine, il metodo di vita. Non sappiamo quali siano stati i loro sentimenti! Certamente esse erano affascinate dalle sue calorose parole:
La Provvidenza vi ha dunque qui riunite tutte e dodici perché, a quanto ci è dato conoscere, abbiate come fine di onorare il modo umano di vivere di Gesù sulla terra. Oh, quale vantaggio essere in una comunità, dato che ogni singolo membro partecipa del bene compiuto da tutto il corpo! Con questo mezzo otterrete una maggiore sovrabbondanza di grazia. Lo ha promesso Gesù stesso, quando ha detto: “Quando due sono riuniti nel mio nome, io sarò in mezzo a loro”. A maggior ragione se sarete in molte a riunirvi col medesimo fine di servire Dio. Lo ha detto ancora lui: “Il Padre mio ed io verremo e prenderemo dimora in loro, se ci amano”. Ed ancora, nell’ultima preghiera prima della Passione, Gesù ha detto: “Padre mio, ti prego per quelli che mi hai dato, affinché siano uno come io e te siamo uno”.
Subito dopo, si sofferma su come devono impiegare le ventiquattro ore della loro giornata:
Il vostro primo pensiero dev’essere rivolto a Dio… poi vi recherete alla meditazione e alla Messa… sappiate però che quando lascerete la meditazione e la santa Messa per il servizio dei poveri, non perderete nulla, perché servire i poveri è andare a Dio. Dovete vedere Dio nelle loro persone. Abbiate dunque molta premura verso tutte le loro necessità, ma, soprattutto, abbiate cura nell’aiutarli a conseguire l’eterna salvezza e a non morire senza ricevere i sacramenti. Voi siete destinate non solo a curare i loro corpi, ma soprattutto a salvare le loro anime. Esortateli in particolare a fare la confessione generale. Sopportate i loro piccoli capricci; incoraggiateli a soffrire per amor di Dio; non irritatevi mai verso di loro; né mai usate parole aspre con loro. Bastano già le sofferenze che essi devono sopportare. Consideratevi il loro angelo custode visibile, il loro padre e la loro mamma. Non contrariateli in nulla, tranne in ciò che può esser loro nocivo, poiché in tal caso, sarebbe una vera crudeltà fare altrimenti. Piangete con essi. Dio vi ha scelte per essere la loro consolazione.
Sottolinea, poi, l’importanza di alcuni esercizi per il progresso della loro vita spirituale: la Presenza di Dio, l’esame di coscienza, il silenzio ecc… spiegando, con esempi concreti, come viverli nel quotidiano. Richiama ancora l’attenzione sul rapporto con la superiora, le Dame della Carità e tra di loro:
In lei dovete riconoscere la SS. Vergine oppure Dio… Onorate le Dame della Carità ed usate con esse un grande rispetto; onorate i malati e riguardateli come vostri padroni… Siate molto cordiali tra voi; le suore delle altre parrocchie vengano qua (casa madre) di tanto in tanto per ricevere aiuto nella pratica del regolamento.
Prima di concludere, secondo il suo metodo pratico, indica i mezzi per osservare questo regolamento di vita: intensa vita di preghiera, comunione fraterna, distacco da tutti per appartenere a Dio solo, sacrificio e mortificazione. E termina con una fervida supplica al Signore, coinvolgendo emotivamente le sorelle presenti:
Figlie mie, tutti i nostri propositi sono nulla senza la grazia. Ecco perché dobbiamo chiedere a Dio senza stancarci che ci fortifichi e poi impegnarci con coraggio… Ecco, figlie mie, di quale misericordia vi ha colmate Dio, avendovi scelte come prime per questa missione… La bontà di Dio voglia farvi la grazia di essere eminenti nella virtù, perché siete state scelte a fondamento di questa Compagnia! Essendo poco virtuose, fareste torto a tutte quelle che verranno dopo di voi, se Dio benedirà questo inizio. Gli alberi danno frutto in base alla qualità del loro seme: è ragionevole pertanto pensare che quelle che verranno dopo di voi non aspireranno a virtù maggiori di quelle praticate da voi. – Tutte le suore dichiararono allora di volersi sottomettere ai consigli avuti e di praticare il regolamento e s’inginocchiarono. – Il Padre aggiunse: Voglia la divina Bontà imprimere con forza nei vostri cuori ciò che io, misero peccatore, vi ho detto da parte sua, in modo che possiate tenerlo bene in mente, metterlo in pratica ed essere veramente Figlie della Carità. È chiaro: Vincenzo vuole che queste giovani diventino autentiche Figlie della Carità. Lo si rileva anche da ciò che scrive a Luisa:
Mademoiselle, ho avuto ieri la sua lettera e il promemoria per la stesura del regolamento delle sue figlie; non ho avuto ancora il tempo di leggerlo, ma lo farò appena mi sarà possibile. Quanto a ciò che mi dice di loro, certamente sono come lei le descrive; ma bisogna sperare che migliorino e che l’orazione faccia loro scorgere i propri difetti e le spinga a correggersi. Sarà bene che lei dica loro in che cosa consistono le virtù solide, specialmente quella della mortificazione interiore ed esteriore del nostro giudizio, della nostra volontà… E fra queste, in modo particolare, bisognerà rafforzare molto in queste giovani la virtù dell’obbedienza e della santa indifferenza.
San Vincenzo, quindi, legge punto per punto le Regole delle sue figlie e nel rimandarle a santa Luisa precisa:
Vanno così bene che non ho voluto aggiungervi nulla. Gliele legga subito se non ritiene necessaria la mia presenza. Altrimenti le prometto che sarà questa una delle prime cose che farò appena tornato se Dio vuole.
Quanta delicatezza e quanto rispetto tra loro! Quanta fiducia reciproca! Luisa segue fedelmente i saggi consigli di san Vincenzo e glieli chiede anche per iscritto:
La sua carità voglia ricordarsi che mi ha promesso degli appunti per aiutarmi a dire qualcosa alle nostre suore, due o tre volte la settimana, cercando di incoraggiarle alla virtù. E Vincenzo non le fa mancare il suo aiuto.
Mademoiselle, stilerò un promemoria degli argomenti delle orazioni, degli esercizi e delle occupazioni della giornata. Poi glielo manderò.