La memoria della nascita al cielo di suor Teresa Tambelli, 24 febbraio 1964, è stata occasione preziosa non solo per ravvivarne il ricordo tra i Marianelli, le sue ex alunne e fra quanti l’hanno conosciuta e amata ma anche perché la sua bella testimonianza di fede e di consacrazione a Dio nella via dei Consigli evangelici per il servizio ai poveri, tocca ancora oggi i nostri cuori e ci spinge ad imitarla.

Così domenica 23 febbraio alle ore 11, presso la piccola Cappella dell’Asilo della Marina, con la solenne concelebrazione, animata dal Coro Cantores Mundi e presieduta da S.E. Mons. Mosè Marcia, Vescovo emerito di Nuoro, da don Jean Pierre Mbala Lufu, da padre Simone Farci O.F.M. e da padre Giuseppe Crobu C.M., abbiamo ricordato suor Teresa non solo come la mamma dei poveri ma anche come colei che, nella Chiesa di Cagliari, ha saputo dare testimonianza di vita autenticamente cristiana, totalmente spesa per Dio e completamente donata ai poveri con zelo impari.

Mons. Marcia nel commentare il Vangelo di Luca 6, 27-38 … Se amate quelli che vi amano, che merito avete? Perché anche i peccatori amano coloro che li amano. E se fate del bene a coloro che vi fanno del bene, che merito avete? Perché i peccatori fanno lo stesso. E se prestate a coloro che vi aspettate di ricevere, che merito ne avete? Anche i peccatori prestano ai peccatori per avere indietro la stessa somma. Amate invece i vostri nemici, fate del bene e prestate senza sperarne nulla, e la vostra ricompensa sarà grande e sarete figli dell’Altissimo; perché egli è benevolo verso gli ingrati e i malvagi… – ha fatto riecheggiare più volte i verbi: amare, fare del bene, benedire ovvero dire bene e pregare.

Ecco perché questi verbi tradotti in gesti, sono stati definiti… peggiori dei quattro chiodi della Croce e che applicati alla vita di suor Teresa sono il panegirico più bello che le si possa fare perché, davvero, lei ha vissuto la radicalità evangelica nel … fare del bene, nel dire bene, nel pregare, nel fare tutto, tutto, tutto all’insegna del Cristo… cioè nel… segno dell’Amore. Un modo di essere che per noi che siamo persone … in relazione con l’altro… dentro la famiglia, … e fuori la famiglia,… difatti… nessuno di noi può vivere da solo… siamo chiamati, ha proseguito Mons. Marcia, … a cercare sempre il bene… dell’altro, chiunque esso sia… come ha fatto suor Teresa da lui definita … gemella spirituale di suor Nicoli… perché fanno un tandem tra le due. Mi pare di vedere queste due Suore sotto lo stesso giogo, a tirare la stessa carretta dell’Amore.

Entrambe difatti affrontano e superano sfide di ogni genere, entrambe soffrono “soprusi”, entrambe vivono nella propria carne la parola del Signore che dice: Imparate da me che sono mite e umile di cuore… il mio giogo è soave. Come non dare ragione al Vescovo Mosè! Dinanzi alle sue parole i Marianelli adulti, testimoni de visu, annuiscono sorridenti, sanno per esperienza che suor Teresa ha vissuto per tutta la vita nell’amore più gratuito e disinteressato verso chiunque nella maniera che si addice ai veri “cercatori di Dio”, stendendo costantemente, su chi la sabotava pesantemente nel compiere il Bene, il velo della più silenziosa e delicata Carità come quando è cacciata via dalla città, senza un vero motivo, per ben nove mesi. Un comportamento il suo che nella preghiera muove dalla Carità di Nostro Signore e le dona uno sguardo di misericordia verso chi le fa del male, in primis il Presidente dell’Amministrazione.

Nella sua vita, ha detto Mons Mosé, suor Teresa ha sicuramente sperimentato quanto la Carità sia più pesante della pentola della minestra…, più pesante di un paniere pieno per i poveri… In tal modo, citando le raccomandazioni di San Vincenzo a Jane, la più giovane tra le Figlie della Carità che incontra prima di morire: Jane, ti accorgerai ben presto che la carità è pesante da portare più della pentola di minestra, più di un paniere pieno, ma conserverai sempre la tua dolcezza e il tuo sorriso. Tu devi essere la piccola serva dei poveri. La Figlia della Carità, sempre sorridente e di buon umore. I poveri sono i tuoi padroni. Sono dei padroni terribilmente suscettibili ed esigenti. Lo vedrai! Allora, più essi saranno brutti e sudici, più saranno ingiusti e rozzi, più tu dovrai amarli. Per il tuo amore, per il tuo amore, soltanto i poveri ti perdoneranno il pane che tu doni loro – ha ribadito, commosso, che suor Teresa, nonostante fosse tutta d’un pezzo, ha mantenuto sempre… il suo sorriso, la dolcezza, la tenerezza, l’umiltà… rimanendo in ogni circostanza… la piccola serva dei poveri… Ecco perché – ha proseguito Mons. Mosè – rivolgendosi ai Marianelli ormai nonni, vi voleva bene, ecco perché voi l’avete chiamata “ mamma”. La sua Carità è arrivata fino a quella pagina del Vangelo che oggi abbiamo sentito e che se, anche noi oggi, vogliamo vivere le beatitudini: “Beati i poveri, beati, beati… ma guai!…” ci mostra la concretezza di come vivere per essere beatiAmare, fare del bene, parlare bene, pregare.

C’è questo ed altro nella lezione di vita di suor Teresa… Voi, monelli di Maria, siete voi che avete più capacità di parlare di questa donna. E allora come fare questo? … Vi invito a saper portare … e dare quello che avete imparato da lei, … quello a cui vi ha educato e, vivendolo, possiate comunicare, trasmettere, contagiare tutti ad una vita d’amore.

Autore: M. Rita Columbano FDC