La sua Carità

La sua carità era un perpetuo dono di sé: passava dall’Asilo alle Scuole e nel tempo libero dava delle ripetizioni. Oh, non si pensi a grossi affari economici! Non accettò mai un soldo da un ragazzo povero. Ella dava lezioni private a chi era nell’impossibilità di ricompensarla e la prudenza sola ci impedisce di nominare quelli che sono stati messi in grado di farsi una posizione mediante questo sistema. L’ambiente ordinario del suo lavoro era il parlatorio: un tavolo ovale, due enormi armadi, un vecchio divano. Tutti potevano accedervi, dopo numerosi gradini. Ed eccola seguire tre alunne; rispondere al telefono (…qui Suor Teresa!; – E mai: c’è la Superiora); ricevere dame distinte; consolare dei Poveri, mediante buoni o pacchi che attingeva nei grandi armadi, mentre dal fondo del suo cuore sgorgavano le parole naturali e soprannaturali di cui aveva la specialità. Là dentro – è stato detto – anche con la finestra aperta, faceva sempre caldo: il calore della carità. Una delle ultime fatiche di Suor Teresa fu la preparazione alla prima Comunione di un ragazzo di 16 anni, al quale liberò il cuore da un proposito di vendetta.

Ex Alunna dell’Asilo Marina