Prefazione
di Suor Venera Cascino FdC, Visitatrice
E’ un onore per me poter presentare questo piccolo omaggio alla memoria della Madre Guillemin a trent’anni dalla sua dipartita da noi. Credo che lei Madre sia stata, e rimane, uno dei tesori della Compagnia, una luce che non è bene tenere sotto il moggio. Ho pensato dunque ad una pubblicazione semplice, fresca. pratica, che ci possa aiutare in questo anno, a “fare memoria” di una donna d’eccezione che ha tessuto un pezzo importantissimo della storia della Compagnia. I suoi scritti e le sue parole sono di una straordinaria attualità e meritano attenta lettura e riflessione; offrono altresì la possibilità ad ogni Figlia della Carità di ritrovare il carisma vincenziano coniugato con il tempo in cui viviamo. Mi auguro che, quante leggeranno queste pagine, ritrovino viva l’ispirazione iniziale della propria vocazione di Figlia della Carità, ossia, come diceva san Vincenzo e spesso la Madre ripeteva, di Figlia della Carità. Certe dell’intercessione della Madre Guillemin su ciascuna, allarghiamo il cuore a questo ulteriore invito di Dio che ci consente di entrare pienamente nei percorsi che lo Spirito Santo quest’anno ci suggerisce.
Presentazione
Quando nel 1969, la Compagnia chiese alle Edizioni Dehoniane di pubblicare le conferenze e le testimonianze della Madre Guillemin, l’editore, Jean Pihan, così introdusse la presentazione del testo: “Vorremmo esprimere la nostra riconoscenza alla Compagnia delle Figlie della Carità per l’onore che ci hanno fatto nell’affidarci la pubblicazione di queste pagine che perpetueranno il pensiero della Madre Guillemin. Avremmo noi stessi sollecitato questo onore, avendo avuto frequenti relazioni con la Madre sul piano apostolico: non sapremmo dire fino a qual punto la stimavamo e l’ammiravamo”. Parole vere, sentite, modulate ancora dall’emozione di chi ha conosciuto nella propria vita una persona che quasi impercettibilmente vi entra lasciandone un segno, e che poi viene sottratta improvvisamente. Si, la Madre Guillemin è entrata con la sua grande personalità, nella vita di tanta gente, non solo Figlie della Carità: Vescovi, Cardinali del mondo intero, industriali, operai, poveri, sindacalisti, religiose di varie Congregazioni ..; ognuno ha ricevuto da lei la presenza di una immagine solare, luminosa, semplice e grande nello stesso tempo. Anche coloro che non l’hanno conosciuta personalmente ancora oggi, attraverso i suoi scritti, ricevono un raggio di luce che illumina le pieghe del quotidiano. Una immagine precisa si presenta alla mente pensando alla Madre Guillemin: la fontana del villaggio. Una fonte d’acqua perenne che continua a dissetare chiunque si rechi riarso dalla fatica di vivere nella ”piazza” dei nostri villaggi massmediali. Queste pagine vogliono essere la piccola razione giornaliera di acqua fresca per chi ha sete di Dio.
Piccole gocce di materiale inedito, ricavato da alcuni manoscritti francesi, lavoro prezioso di un gruppo di Sorelle che hanno sbobinato delle registrazioni su nastro fatte in occasione di ritiri, incontri o scambi comunitari tenuti alla Casa Madre. Non potendo pubblicare tutto (ne sarebbe venuto fuori un grosso volume) dato lo stile, “a braccio” che la Madre usava, si è preferito ritagliare i passi più significativi attraverso i quali ne potesse trasparire una immagine più vicina a noi. Brani quindi dal tono ora confidenziale, ora accorato, ora direttivo, ora estatico. Nel leggere i manoscritti, datati dal 1958 al 1968, l’ultimo decennio della sua vita, c’è una parola che unisce tutte le altre, come il filo di una collana di perle: desiderio . La Madre è stata una donna di grande desiderio . Il desiderio l’ha spinta a “cercare” sempre quei segni che le facevano intravedere la volontà di Dio all’opera nella Compagnia e nella Chiesa. I brani scelti hanno un criterio di lettura cronologico, finalizzato a far risaltare l’azione continua e progressiva di Dio in colei che ha saputo farsi strumento dello Spirito. Ogni pagina è introdotta da un breve pensiero di chi ha conosciuto la Madre in modo più intimo. Una “pennellata” leggera, che ci dipinge il volto di questa Sorella, a mò di acquerello, con sfumature più familiari di quanto il “ruolo” assunto avesse potuto rivelare. La riflessione che segue, citata a piè pagina, ha uno stile parlato che va diritto al cuore e all’intelligenza del lettore e lo dispone ad entrare nell’avventura misteriosa della conversione personale. La Madre Guillemin ha il dono di “contagiare” l’ascoltatore per i toni vibranti, ora decisi, energici, ora sereni e fraterni che usa con maestria. Ella trasmette ancora oggi, un grande dono che il Signore le aveva concesso: la parressìa, cioè la franchezza nel parlare della causa di Cristo. Un coraggio che ha plasmato tutta la sua vita e che ella ha saputo mettere a servizio della Chiesa intera. Un profeta, dunque, o meglio “il profeta” del X.X secolo nella Compagnia. Nel secolo precedente avevamo avuto Caterina Labouré, stile e storia di vita diversa, ma con la stessa identità profetica: il vedere nell’oggi della storia i segni della presenza di Dio all’opera. Il Signore ha preso con sé la Madre Guillemin nel momento più decisivo, all’apertura dell’Assemblea Generale, la prima legislativa. Tutto era pronto. Anche lei. Quel 28 marzo 1968, in pochi secondi, sorella morte l’ha portata via: le 45.000 Figlie della Carità e tutto il mondo cattolico rimasero sconvolti dall’assurdità dell’evento. Solo nella fede e nella fede “pura”, ancora oggi, possiamo dire: “Signore, non ti chiediamo perché ce l’hai tolta, ti ringraziamo perché ce l’hai donata”.
Autore: suor Palmarita Guida, FdC