Per ricordare il 59° anniversario della nascita al cielo della Serva di Dio Suor Teresa Tambelli, domenica 26 febbraio alle ore 11, presso la piccola Cappella dell’Asilo della Marina, è stata celebrata una Santa Messa presieduta da S.Em. Cardinale Arrigo Miglio, concelebrata da Mons. Marco Lai, parroco della parrocchia Sant’Eulalia nell’omonimo quartiere e da p. Giuseppe Crobu, Congregazione Missione, della Chiesa di San Vincenzo de’ Paoli, nel quartiere di Villanova. Il Cardinal Miglio, dopo averci trasmesso i saluti del nostro Arcivescovo Mons. G. Baturi, ha iniziato la sua omelia ringraziando subito il Signore per l’importante passo avanti che sta facendo la Causa di Beatificazione e Canonizzazione di Suor Teresa Tambelli. La Chiesa, ha detto il cardinale, ha approvato il lavoro fatto finora e ne sta approfondendo la figura. A noi il compito di pregare, di chiedere al Signore che manifesti con qualche segno particolare la santità di questa sua serva e soprattutto l’opera preziosa di educatrice… punto particolarmente importante per capire il dono, il carisma, come si dice con il termine ufficiale, che il Signore ha fatto a questa sua serva… facendola diventare la madre educatrice di tanti piccoli e giovani. La Chiesa, nel cammino della Beatificazione e Canonizzazione, ad un certo punto chiede che ci sia un segno miracoloso. I segni miracolosi si chiedono con la preghiera, non c’è una formula magica e neanche un trucco per vie traverse. Le commissioni esaminatrici sono molto rigorose. Quello che conta è la preghiera, chiedere al Signore. Noi a volte abbiamo paura di chiedere troppo al Signore, e questo è proprio il caso in cui dobbiamo ricordarci di non avere paura di chiedere troppo, ma di chiedere davvero che il Signore manifesti la sua potenza…. Nel seconda parte del suo intervento il Cardinal Miglio, in perfetta sintonia con il Vangelo delle tentazioni di Gesù nel deserto, I domenica di quaresima, ha posto una domanda cruciale: che idea noi abbiamo di Dio? Attenti all’idea di Dio che noi abbiamo! – ha ribattuto – Attenti alla faccia di Dio che noi immaginiamo, perché è la tentazione più sottile!… una tentazione terribile questa. … Nel vangelo di oggi – ha proseguito S. Em. Card. Miglio – sono due le deformazioni del volto di Dio. Un Dio geloso della creatura umana e un Dio dispettoso che vieta tutto e non vuole che la creatura sia felice… Di tutti i dieci comandamenti quello che l’uomo trasgredisce di più è sempre il primo: riconoscere Dio creatore, che è Padre e noi siamo creature. Tutti gli altri comandamenti vengono di conseguenza. Quello davvero delicato, quello anche oggi più trasgredito e calpestato, è proprio quello di riconoscere il ruolo di Dio, il ruolo della creatura e soprattutto il vero volto di Dio. Troppe volte abbiamo l’idea di un Dio che ci vuole vietare tutto, che non gli importa nulla della nostra felicità, che è geloso di noi e vuole tenerci schiavi e sottomessi o magari è anche contento di vederci soffrire. A questo punto il Cardinal Miglio, avanza un’altra domanda: è vero o no che molte volte pensiamo che sia lui a mandarci le croci?! Nel Vangelo… sono tre le tentazioni a cui Gesù si sottomette. Gesù si lascia tentare come noi, Lui che è Figlio di Dio ma è anche Uomo e nostro fratello… E’ in gioco davvero l’idea di Dio che noi abbiamo. Abbiamo davvero l’idea di un padre? Di un Dio educatore che vuole guidarci e che ci indica le strade su cui camminare? Siamo convinti che Dio ci vuole felici e vuole la nostra gioia? L’ultima immagine di Dio – prosegue il prelato – ce la dice San Paolo nella lettera ai Romani: l’ultimo volto di Dio che abbiamo conosciuto è quello del Crocifisso. Ad un certo punto Dio ci fa vedere una faccia che mai avremmo immaginato di vedere, ed è la faccia di Colui sul quale gli uomini, non il Padre, hanno caricato la croce. E da quella croce Lui ci ha mostrato l’amore del Padre, la pienezza della sua misericordia. La sfida del cammino quaresimale per arrivare alla Pasqua mi pare più che mai la sfida di recuperare il vero volto di Dio. Di chiedere al Signore che ci liberi, se mai abbiamo degli identikit sbagliati su Dio sul suo volto, sulla sua faccia, sulla sua fisionomia, su quello che Lui vuole per noi. E qui possiamo tornare al carisma, al dono che suor Teresa Tambelli ha avuto. Educatrice, perché ha raccolto, sfamato, vestito, generazioni di fanciulli, ma il suo non era il buonismo, non era soltanto la pietà materiale. Ha educato. Ha educato anche con rigore e severità: c’erano gli orari, c’era la messa, c’era il catechismo, e nessuno mai di quei ragazzi ha dubitato che il volto di suor Tambelli non trasmettesse il volto dell’amore di Dio, che come dice la Sacra Scrittura “è Padre e Madre insieme”. Allora guardiamo al volto di questa sorella, madre, educatrice, e pensiamo che la sua presenza in mezzo a noi è stata ed è preziosa perché con il suo volto, con la sua opera, ci ha trasmesso il vero volto di Dio, non quello insinuato dal tentatore nel Paradiso terrestre, non quello deformato dal tentatore nel deserto dove Gesù si prepara al suo ministero, ma il vero volto di Dio che ama e educa, che sa accogliere ed è esigente; un volto di Dio che non si stanca mai di prenderci per mano e ricominciare da capo. È un volto – ha ribadito concludendo il Cardinal Miglio – di cui abbiamo bisogno oggi, e soprattutto è un volto di cui hanno bisogno tante persone intorno a noi, giovani e meno giovani, perché forse troppe volte le persone non guardano più verso Dio perché non hanno ricevuto una giusta presentazione del volto dell’amore del Padre, del suo amore per noi, per la nostra vita, per la nostra gioia. La celebrazione eucaristica allietata dal Coro sant’Ignazio diretto da Agostino Cabiddu è stata seguita con profondo raccoglimento e partecipazione dalla numerosa assemblea presente; fedeli che direttamente o indirettamente conservano ancora in cuore la memoria e la benevolenza di un incontro che ha cambiato la loro vita. Al termine della Santa Messa un momento di convivialità fraterna ha concluso la bella mattinata. Tutti siamo andati via contenti con la consapevolezza, come ha ripetuto più volte cardinal Miglio, che con Dio si può e si deve osare tutto nella preghiera. Se davvero crediamo che suor Tambelli sia la “santa della porta accanto” che per più di mezzo secolo partendo dal Quartiere della Marina e poi abbracciando ogni periferia geografica ed esistenziale di Cagliari, ha educato, accompagnato, indirizzato migliaia di giovani, meno giovani, poveri e meno poveri ad elevare i propri sentimenti filiali verso un Dio che è Padre e Madre insieme, allora dobbiamo chiedere, alla maniera di suor Nicoli, senza stancarci, arrivando persino a “picchiare” alla porta del buon Dio finché Lui, stanco di così tanta nostra buona ostinazione, faccia fruttificare la santità della nostra Serva di Dio attraverso la grazia che imploriamo.
Autore: Suor Rita Columbano