Il giorno in cui la giovanissima Giuseppina Nicoli lascia la sua famiglia per recarsi a Torino e, di lì a qualche giorno, intraprendere il nuovo percorso di vita per un Amore più grande, dietro a Cristo servo, secondo il carisma di Vincenzo de’ Paoli, il suo papà, tra le lacrime, dice: Abbiamo perduto la perla della nostra famiglia. Giuseppina è una giovane dai modi molto fini, bella, garbata, intelligente, con uno spiccato senso dell’altro, soprattutto del povero. In famiglia si forma ai valori umani e cristiani del Vangelo, così educata alla fede e guidata dal suo direttore spirituale, corrisponde con tutta se stessa allo sguardo di predilezione che il Signore ha su di lei. Aspira ad andare in Missione per portare il Vangelo nelle terre lontane d’oltre Oceano, ma divenuta Figlia della Carità, il buon Dio, appena ventenne tramite i Superiori, la conduce in Sardegna, a Cagliari. Felicissima della sua vocazione, avanza nella vita accogliendo tutto e benedicendo Dio in ogni circostanza; è certissima che Colui che la chiama a seguirlo tanto da vicino la Ama e che la Provvidenza divina ha fini che ad occhio nudo non si possono conoscere. Con questi sentimenti, in un’adesione sempre più profonda alla Volontà di Dio, vive i lutti familiari che costellano sin da ragazzina la sua esistenza e che la mettono sì a dura prova ma non l’abbattono. Comprende che lei non può essere da meno del suo sposo, il Re Crocifisso al quale si è offerta con il suo “si”, e questo le basta per restare costantemente ed eroicamente aperta alla grazia, nello straordinario dono di sé a Dio, in Comunità per servire tutti i Poveri che incontra e ama. La sua maturazione interiore trasborda in una maternità spirituale che la rende testimone di una pienezza umana liberante e pacificante della quale si serve per educare e far crescere altri figli di Dio. Nel quartiere Castello da giovanissima suora e nel quartiere Marina all’apice della maturità, il suo modo di essere e di fare la rende amica dei poveri, di bambini e adolescenti che a frotte popolano scherzosi e spensierati le stradine strette di questi rioni più poveri. Ed è con loro che intesse subito una immediata e simpatica vicinanza mentre come maestra esemplare si prodiga, nelle aule scolastiche del bel Conservatorio della Provvidenza, al servizio del sapere e dell’ educare, ad elevare menti e animi al vero e al sublime della bellezza, della conoscenza e della fede. La sua carica umana mista ad amabilità e simpatia conquista i cuori più induriti e le menti più orgogliose. Diventa come la seconda mamma di tantissimi poveri, di tantissime orfane, di altrettanta gioventù inizialmente non scolarizzata ma che, raggruppata nelle Associazioni dei Luigini e dei Giuseppini, con tantissima pazienza trasforma in giovani abilmente acculturati e responsabili. Non è da meno con le bambine povere e quelle senza genitori dell’Orfanotrofio delle Figlie di Maria a Sassari, delle donne recluse in carcere, delle ragazze della media e alta borghesia sassarese e cagliaritana, de is piccioccus de crobi (i ragazzi della cesta), di quante lavorano nella manifattura tabacchi, di coloro che giungono dai paesi in città per mettersi a servizio delle famiglie benestanti, delle laiche consacrate, di spose, mamme, ex alunne, catechiste. E quale amabile guida e formatrice non trovano in Lei le Seminariste che si affacciano alla Comunità per divenire le future serve dei Poveri. Appena trentenne si ammala di Tbc polmonare. Lei, la perla preziosa che il suo papà aveva detto di perdere una volta andata via di casa, continua a spargere ovunque il balsamo della tenerezza di Dio; l’allegrezza la caratterizza come contentezza interiore che dilata il suo cuore e che, in ogni avvenimento lieto o triste, le fa dire: … ho tanta allegrezza in cuore che mi è forza sorridere. Un carisma quello vincenziano che le calza a pennello; è nata per essere Figlia della Carità, e anche se i tempi non sono maturi (CA 1885-1924), è un vanto per Lei varcare, guidata dalla Carità di Cristo Crocifisso, la soglia delle Case dei poveri per dir loro una buona parola, portar loro consolazione materiale e spirituale, poter servire. Il santo timor di Dio, la modestia, la continua fiducia nella divina Provvidenza e l’offerta a Dio di tutto quello che è e fa per il servizio di Cristo nel Povero sono il fondamento della sua vocazione. La mistica del servizio delle Figlie della Carità è di essere contemplative nell’azione, Suor Nicoli realizza tutto questo in sommo grado fino all’eroismo. Il 31 dicembre 1924, a 61 anni di età, entra nella vita eterna; il 3 febbraio 2008 è proclamata Beata; le sue spoglie mortali riposano a Cagliari, all’Asilo della Marina.
Autore: M.R. Columbano