Marco Antonio nacque a Mondovì (Cuneo), il 22 maggio 1801, in una delle migliori famiglie della città piemontese. La casa dei Durando si trovava a pochi passi dal collegio dei Vincenziani e dalla loro bella chiesa, detta ancora oggi “della Missione”, e vedremo quanto questa semplice vicinanza topografica influì poi nella sua profonda crescita spirituale. I genitori, l’Avvocato Giuseppe Antonio e sua moglie, Angela Maria Margherita Vinaj, furono rallegrati dalla nascita di ben otto figli (5 fratelli e 3 sorelle). Tutti furono educati nella pratica religiosa dalla piissima mamma, mentre il babbo, vecchio liberale, laico ed agnostico, infuse le sue idee ai tre maschi più grandi. Essi furono, infatti, protagonisti delle vicende politiche e sociali di quegli anni, prendendo parte al movimento della Massoneria, e furono esponenti di primo piano nella realizzazione del “Risorgimento” italiano in campo laico contro la Chiesa, mentre i più religiosi figli Marcantonio, insieme con l’ultimo fratello e le sorelle, seguirono decisamente un’altra strada. Anche nella famiglia Durando, quindi, ci fu espressione di quella che sembra essere una vera e propria componente “costante” del Risorgimento, ovvero la divisione su opposti schieramenti di membri appartenenti alla stessa famiglia illustre. Fu il dramma intestino di gran parte del clero piemontese ed italiano, accusato ingiustamente di ostacolare l’unità d’Italia così come era intesa nello schema proposto dal liberalismo. Basti citare come illustri esempi di questi dissensi i fratelli Cavour, i D’Aze-glio, Faà di Bruno e i tre Durando: Giovanni, ovvero il Generale che disobbedì al Papa, Giacomo, che fu Generale, scrittore e Ministro, ed il meno noto Giuseppe Antonio, causidico di provincia.
“Io sarò missionario in Cina”
La radice della vocazione al Sacerdozio del Beato va ricercata proprio nella passione missionaria, che aveva contagiato gran parte del giovane clero piemontese in quegli anni. La sua scelta fu facile ed ovvia. Proprio vicino a casa sua, infatti, vi erano i Missionari di San Vincenzo, con un vasto campo di apostolato in Cina. Marcantonio entrò così nella Congregazione della Missione. Compì il noviziato a Genova, gli studi teologici a Sarzana, emise i Voti perpetui a 18 anni e fu ordinato sacerdote il 12 giugno 1824. Per quanto riguarda le missioni in Cina, a causa della sue precarie condizioni di salute, non parve opportuno ai suoi Superiori concedergli il permesso di partire. Molto più saggio e prudente apparve loro affidargli piuttosto le missioni popolari in patria. In questo ministero profuse, addirittura con eccessivo slancio iniziale, tutta la sua passione missionaria. Molti paesi del Piemonte lo accolsero come predicatore, confessore e direttore spirituale di anime. Sempre equilibrato tra lassismo e neogiansenismo, egli predicò anzitutto la misericordia di Dio.
Ma il suo pensiero era fisso alle Missioni estere
Il Signore gli diede modo di lavorare per questo scopo fin dai primi anni del suo sacerdozio, sostenendo e diffondendo l’opera della Propagazione della Fede, istituita a Lione nel 1822. Più tardi, divenuto Visitatore Provinciale dei Vincenziani dell’Alta Italia, permise a tanti Confratelli di raggiungere le missioni estere, senza preoccuparsi di sacrificare pur necessari incarichi nella Provincia di Torino. Ma l’Opera regale fu senza dubbio l’istituzione del Collegio Brignole Sale per le Missioni, inaugurato nel 1855 a Genova. La realizzazione del progetto fu anzitutto merito suo, previo comunque l’accordo col Superiore Generale, Padre Giovanni Battista Etienne per la parte della Comunità, e del Marchese Antonio Brignole Sale per l’aspetto più squisitamente finanziario. In questo senso, le lettere del Padre Durando dal 1851 al 1858 pubblicate nella rivista di Cooperazione Vincenziana (numeri 111 -Luglio-Settembre e 112 -Ottobre-Dicembre 2005), non lasciano alcun dubbio sull’insostituibile importanza della funzione di Padre Durando nelle operazioni di salvataggio del-l’Opera, soprattutto dopo le leggi di Soppressione.
Il mondo delle Suore e dei loro Poveri
Nominato Superiore della Casa di Torino nel 1831 e poi Provinciale nel 1837, il Padre Durando si vide piovere addosso numerosi e gravi impegni derivanti dagli importanti incarichi. Nel suo nuovo ruolo era chiamato in primis alla difficile riorganizzazione della Provincia, per difenderla dal laicismo imperante, puntando soprattutto sulla valorizzazione delle nuove vocazioni. Attraverso l’esperienza diretta sul campo, ebbe presto modo di constatare la carenza, nel tessuto sociale piemontese, di quelle “api laboriose”, come sono definite le Figlie della Carità, e delle opere ad esse connesse, come le Dame della Carità e le Figlie di Maria. Con entusiasmo giovanile le invitò a lasciare la Francia alla volta di Torino. La sua richiesta non tardò ad essere esaudita. Infatti, nel 1833 esse inaugurarono la prima opera di assistenza in città, rivolta ai soldati infermi dell’ospedale militare, suscitando l’entusiastica approvazione di Re Carlo Alberto, col quale il Beato agì sempre in piena armonia di idee e di iniziative. In pochi anni le Suore Vincenziane si moltiplicarono di numero, ed insieme i loro interventi assistenziali. Coadiuvate dalle Dame della Carità, realizzarono un vera rete di centri di carità per i poveri della città. La mente direttrice e lo spirito animoso di questo movimento furono, naturalmente, il Padre Durando ed i suoi Missionari. Con coraggio singolare guidò le sue Suore ed i suoi Missionari anche in Crimea, per assistere i soldati feriti o ammalati sui campi di battaglia. Il Piemonte e l’Italia intera furono molto riconoscenti al Beato e alla Famiglia Vincenziana per questo gesto di amor patrio. Monsignor Fransoni, Arcivescovo di Torino, affidò ai Missionari anche la direzione di altre Comunità femminili come le Suore di Sant’Anna, le Cappuccine Clarisse di Santa Chiara e il monastero delle Penitenti di Santa Maddalena della Marchesa di Barolo.
Le Suore Nazarene
Tuttavia, l’Opera che meglio rappresenta l’entusiasmo e l’affetto del Beato per le missioni è certamente costituita da quella delle Suore Nazarene, comunità, fondata proprio dal Beato nel 1865, per molti aspetti particolare e addirittura coraggiosa per la mentalità del tempo. Si pensi, infatti, che alle Suore Nazarene era affidato anche l’in-carico di offrire assistenza agli ammalati a domicilio, sia di giorno che di notte. Prerogativa fondamentale della comunità della Suore Nazarene risulta essere una spiritualità che pone al centro Gesù Crocifisso, figura da riscoprire e servire in ogni malato, negli orfani, nei tribolati e negli ultimi della società. Uno spirito religioso estremamente sentito e coinvolgente, che ha presto superato i confini del loro operato e del loro territorio, per diffondersi anche nelle lontane missioni del Madagascar, contagiando con il loro amore per chi soffre anche le numerose vocazioni native: ed è bello vedere in questo un modo attraverso il quale il Signore ha voluto ripagare questa piccola Comunità laboriosa e fedele.
Morte e glorificazione
Padre Durando chiuse la sua ultima giornata laboriosa il 10 dicembre 1880 a 79 anni di età. I suoi resti mortali sono tumulati nel piccolo santuario della Passione a Torino, Chiesa della Visitazione, proprio nel luogo in cui si erano radunate le prime Suore Nazarene. La causa di Beatificazione ha raggiunto il primo traguardo della glorificazione il 20 ottobre 2002, quando il Papa Giovanni Paolo II lo ha proclamato Beato. La sua vita esemplare e le sue opere lo collocano giustamente nella schiera dei grandi Beati e Santi piemontesi del secolo XIX.
Autore: P. Luigi Chierotti, CM