In data 27 giugno 2011 il Santo Padre ha autorizzato la promulgazione del Decreto sul Martirio delle Figlie della Carità Martiri di Valencia (Suor Pérez e 12 Compagne). La Beatificazione è stata il 13 ottobre 2013, in Spagna.
Suor Josefa Martínez Pérez
Nacque in Alberique (Valencia), il 6 maggio 1898, in una famiglia di contadini dalle solide radici cristiane. Era la terza dei sei figli frutto del matrimonio tra Josè e Marcela, che la educarono cristianamente in famiglia e nel collegio delle Figlie della Carità della città. Fin da piccola si mostrò pia, allegra e servizievole, tanto in casa che nel collegio. Fece parte dell’Associazione delle Figlie di Maria e attraverso la preghiera e il servizio ai bisognosi sentì la chiamata di Dio. Fece il Postulandato, o Prova, nell’Ospedale provinciale di Valencia dedicandosi agli anziani infermi. Entrò nel Seminario delle Figlie della Carità di Valencia della Provincia Spagnola in calle Jesùs, 3 a Madrid il 30 novembre 1925. Terminata la sua formazione iniziale fu destinata all’Ospedale nel quale aveva fatto la sua prova come postulante. In questo suo incarico si distinse per la sua fedeltà alla Regola, per la pietà e per la sua dedizione ai malati. Fece lì i suoi studi da infermiera e pronunciò i voti nel 1936. Allo scoppio della rivoluzione la Comunità, formata da 100 consorelle, fu dispersa. Lei trovò rifugio a Alberique, coi genitori e la sorella Natalia, che aspettava il suo quarto figlio. Essendo stato arrestato e minacciato di morte suo cognato, perché era un padre cattolico, ella si offrì al suo posto, ma non fu accettata. Poco dopo l’arrestarono con la sorella. Sr. Josefa cercò allora di intercedere presso i miliziani perché liberassero sua sorella che era incinta, e chiese che uccidessero solo lei. E fecero così. Fu fucilata a causa della fede il 15.10.1936 a Llosa de Ranes (Valencia) in una zona chiamata puente de los perros. Prima di morire perdonò quelli che la fucilavano, affidò la sua vita nelle mani di Dio e implorò l’intercessione della SS.ma Vergine recitando il santo Rosario.
Suor Martina Váquez Gordo
Nacque a Cuellar (Segovia) il 30 Gennaio 1865. I suoi genitori Zacarías e Antonia erano i proprietari della pasticceria di quella città ed educatori cristiani di otto figli. Fin da piccola si mostrò intelligente, aperta e coraggiosa. Sperimentò la vocazione attraverso un buon consiglio del parroco che non vedeva come volontà di Dio il suo fidanzamento con un giovane di Toro (Zamora). Accettò il consiglio e lo avvertì come una chiamata divina: decise di entrare nella Compagnia delle Figlie della Carità della città. Con forza e costanza superò l’opposizione paterna e andò a effettuare il Postulandato nell’ospedale generale di Valladolid a 31 anni. Entrò nel Seminario di calle Jesús di Madrid il 26 febbraio 1896.Terminata la sua formazione iniziale, abbe varie destinazioni: Ospizio e Collegio della Medaglia Miracolosa di Zamora; Ospedale di Segorbe; Casa Provinciale di Madrid; Ospedale Doker de Melilla, e di nuovo Ospedale, Scuole e mensa della Carità di Segorbe (Castellón). Dal 1906 al 1936 disimpegnò vari incarichi di responsabilità come superiora locale, assistente o vicaria provinciale e organizzatrice degli Ospedali Militari del Nord Africa. In tutti gli incarichi si distinse per il suo coraggio e audacia a favore dei poveri. Aveva una ferma fede, una carattere aperto: era desiderosa di fare il bene a tutti, capace, creativa e avevaun grande senso dell’umorismo. Sapeva superare tutte le difficoltà con ottimismo e speranza, senza arretrare davanti ai problemi. Allo scoppio della guerra, la Comunità fu espulsa dall’ospedale. Lei e le consorelle si rifugiarono nella casa di una vecchia alunna, dove vissero come prigioniere. Minacciate varie volte di morte e vedendo che il martirio era una aventualità vicina, ella consigliò la preparazione immediata. Si confessarono per iscritto ad un sacerdote che viveva clandestinamente di fronte a loro, che diede l’assoluzione attraverso i vetri della sua finestra. Questo accadde la viglia del suo martirio, 4 ottobre 1936. Quel giorno, sapendo che stava per morire, indossò l’abito e successivamente fu condotta su un camion al luogo del martirio, nella strada di Algar de Palancia. Ella stessa chiese di non andare oltre per compierlo. Prima si inginocchiò, affidò la sua anima a Dio, pregò per i suoi persecutori e pubblicamente diede loro il suo perdono. Poi chiese di morire stando di fronte, con le braccia in croce e il crocifisso tra le dita della mano destra. Prima di ricevere i colpi, confessò così la sua fede: “Credo nella parole di Cristo: Chi mi riconoscerà davanti agli uomini, anch’io lo riconoscerò davanti al Padre mio”.
I miliziani che spararono erano stati soccorsi da lei nella Mensa della Carità che aveva fondato.
Josefa Laborra Goyeneche
Nacque a Sangüesa (Navarra) il 6 febbraio .1864. I suoi genitori, Francisco e Javier, agricoltori e buoni cristiani, la mandarono al Collegio dell’Immacolata retto dalle Figlie della Carità. Lì fu educata cristianamente, fece parte dell’Associazione delle Figlie di Maria e sperimentò la chiamata di Dio. In casa mostrò rispetto, obbedienza, responsabilità, diligenza nel lavoro, amore a Dio e ai poveri. La sua condotta era esemplare per i tre fratelli. Entrò in comunità il 18 marzo 1881, al termine della sua prova nell’ospedale della Principessa di Madrid. Destinata all’Ospizio di Cuenca, dimostrò gentilezza e dedizione a tutti gli ospiti. Nel luglio del 1900 fu destinata come superiora al Collegio-Asilo di Bétera (Valencia) e nel 1911 passò all’ospedale di Murcia. Presto tornò a Bétera, richiesta dagli ospiti, dalle famiglie e dalla comunità.La sua condotta fu sempre esemplare, distinguendosi per la sua dedizione e bontà materna. Nel luglio del 1936 la casa fu assaltata e la comunità dispersa. Rifugiatesi le cinque consorelle nella casa di una vecchia alunna, furono individuate due giorni dopo e obbligate ad abbandonare quel rifugio e raggiungere Valencia. Precedentemente, l’alcade ordinò, mediante un bando pubblico, che nessuno andasse a dare conforto alle consorelle. A Valncia trovarono una casa dove si rifugiarono. Individuate da un ex alcade repubblicano di Bétera, fu emesso l’ordine di cattura e martirio. Furono tutte imprigionate nella stazione di polizia nel seminario e da lì furono portate per essere fucilate al Picadero de Paterna. Sr Josefa morì perdonando i suoi nemici e affidando la sua vita nelle mani di Dio. I testi hanno messo in risalto la sua comprensione, bontà e prudenza, che le guadagnarono l’affetto e la riconoscenza di alunne e malati.
Carmen Rodríguez Banazal
Nacque a Cea (Orense) il 26 aprile 1877. I suoi genitori Francisco y Rosa la educarono cristianamente e le assicurarono l’educazione di base di cultura generale nella scuola della città. A 20 anni entrò in Comunità il 16 agosto 1897, al termine della prova nell’ospedale delle Incurabili di Madrid. Il padre, che era Guardia Civile e buon cristiano, favorì la sua entrata in Comunità. Terminata la formazione iniziale fu destinata a Bétera dove esercitò il suo ministero come maestra dei bambini. Pia, osservante e lavoratrice, preparava con responsabilità e accuratezza le lezioni e la catechesi. Nel 1935 fu nominata superiora della Comunità e l’anno seguente, allo scoppio della rivoluzione, subì l’assedio e la persecuzione nelle stesse circostanze della sua compagna Sr. Josefa Laborra e, come lei, fu martirizzata nella stesso data e nello stesso luogo. Morì pregando e perdonando i suoi aggressori.
Suor Mª Pilar Nalda Franco
Nacque a Algodonales (Cádiz) il 24 maggio 1871. Era figlia di Manuel, medico, e Josefa, casalinga. Educata cristianamente conobbe le Figlie della Carità attraverso le Figlie di Maria e sperimentò la chiamata di Dio verso la Comunità. Realizzò il periodo di prova nell’ospedale di Santa Isabel di Jerez de la Frontera e successivamente entrò in Seminario il 6 ottobre 1889, avendo compiuto i 18 anni. Ebbe come formatrice la Serva di Dio Sr.Justa Domínguez de Vidaurreta nelle classi di cultura generale e pedagogia. Terminata la formazione iniziale esercitò la sua attività prima nel campo sanitario: Ospedale-Asilo di Mondoñedo e Ospedale psichiatricodi Leganés. Poi dal 1900, allargandosi la scolarità obbligatoria e le scuole dei bamibini, frequentò gli studi di maestra dell’infanzia e fu destinata all’insegnamento nelle scuole cattoliche di Cádiz e in seguito in quelle di Dos Hermanas (Sevilla) e Bétera (Valencia). In queste città disimpegnò la sua missione come maestra dei bambini, con slancio e dedizione verso i bambini più poveri. Subì il martirio il 9 dicembre 1936 nel Picadero de Paterna, nelle stesse circostanze delle sue consorelle di Comunità.
Suor Estefanía Irisarri
Nacque il 26 dicembre 1878 in una famiglia dedita all’agricoltura a Peralta (Navarra). I suoi genitori Idelfonso e Juana la educarono cristianamente e facilitarono il suo trasferimento a Valencia con una zia Figlia della Carità. Lì realizzò il suo postulandato nell’Ospedale e Scuola di San barnaba. Entrò in comunità il 21 novembre 1896 e successivamente fu destinata a Bétera (Valencia) dove esercitò la sua missione come maestra dei bambini per 39 anni. Si distinse per la sua pazienza, bonta e umiltà nel suo modo di educare ed insegnare. In comunità si mostrò sempre fedele alle Regole della Compagnia. Subì il martirio il 9 dicembre 1936 nelle stesse circostanze delle sue consorelle di Comunità.
Suor Isidora Izquierdo García
Nacque a Páramo del Arroyo (Burgos), il 2 gennaio 1885, fu battezzata l’ottavo giorno dalla sua nascita. I suoi genitori Esteban e Felicitas, lavoratori, la educarono cristianamente insieme con la sua sorella Irene. Fu alunna interna del Collegio de La Milagrosa di Rabé de las Calzadas (Burgos) e ne ricevette una formazione completa. Sente la chiamata di Dio molto giovane e decide di seguirla, realizzando la prova nell’ospedale di San Juan de Burgos.Il 15 novembre 1901 giunge a Madrid al Seminario della calle Jesús per entrare in Comunità. Terminato questo periodo di formazione, è destinata all’Asilo dei bambini di Bétera, dove realizza la sua missione come maestra. Per 35 anni fu catechista responsabile della preparazione dei bambini alla prima Comunione, svolgendo questo incarico con dedizione e bontà. Preparava con affetto la cerimonia di quel giorno per tutti i bambini e le bambine. Era molto apprezzata per l’impegno e la generosità con cui seguiva i suoi alunni e alunne. Spesso uomini e donne, da lei educate, andavano a chiederle consiglio. Si occupò anche dell’allevamento degli animali della fattoria che procurava alimenti agli ospiti dell’Asilo. Subì il martirio il 9 dicembre 1936 nelle stesse circostanze delle sue consorelle di Comunità.
Dolores Broseta Bonet
Nacque a Bétera (Valencia) nel 1892 in una famiglia numerosa di lavoratori, formata da sei figli, due dei quali morirono in età molto precoce. i genitori, Joaquín e María, lavoratori e buoni cristiani mandarono i loro figli al collegio Asilo delle Figlie della Carità, a partire dai tre anni di età. Lì furono educati Dolores e i tre fratelli che arrivarono all’età adulta. Quando fu giovane, si affiliò all’Associazione delle Figlie di Maria della Medaglia Miracolosa e coltivò in essa i tre fondamenti dell’Associazione: preghiera, servizio ai poveri e imitazione della SS.ma Vergine. In questo ambiente sentì la vocazione e decise di seguirla come Figlia della Carità. A 21 anni realizzò la prova come postulante nell’Ospedale provinciale di Valencia, però a causa di frequenti emorragie non potette entrare in Comunità. D’accordo con le Suore decise di tornare a Bétera e lavorare nel Collegio-Asilo, come Figlia di Maria. Collaborava con le Suore nelle classi dei bambini e nel laboratorio di ricamo. Alla morte di sua madre, nel 1925, passò a vivere nell’Asilo, aiutando in tutto le suore, e con loro fu espulsa e perseguitata. Quando trovarono rifugio nella pensione “El Gallo” di Valencia, era lei che usciva in strada per procurarsi il necessario per vivere e andava spesso a Bétera per raccogliere i viveri che alcuni cittadini donavano alle suore. Presto alcuni membri del Partito Comunista, localizzarono la comunità e la imprigionarono nel carcere ubicata nel Seminari diocesano di Valencia, insieme con Dolores Broseta. Pochi giorni dopo, il 9 dicembre 1936, furono trasportate tutte al Picadero de Paterna e lì fucilate per la loro condizione di religiose.
Suor Joaquina Rey Aguirre
Nacque a Begoña, Bilbao, il 23 dicembre 1895. I suoi genitori Francisco (agente di commercio) e Jerónima, la battezzarono al sesto giorno dalla nascita e la educarono cristianamente. A 30 anni ottenne di entrare in Comunità, superando le difficoltà incontrate. Realizzò la prova o postulandato nell’ospedale La Princesa de Madrid ed entrò in Seminario il 17 gennio 1926. Terminato il suo periodo di formazione iniziale fu destinata alla Casa de Beneficencia di Valencia. Lì esercitò la sua missione per 10 anni come maestra ed educatrice delle Scuole e Laboratori, oltre ad assumere l’ufficio di ispettrice per controllare il buon funzionamento e andamento delle attività pedagogiche e professionali della Casa. Disimpegnò i suoi ministeri con responsabilità, serietà e dedizione, aiutando in tutto ciò che poteva la sua superiora e la comunità. Iniziata la persecuzione del 1936, la comunità fu dispersa. Lei si rifugiò con altre consorelle della comunità nel vicno paese di Foyos, nella casa della famiglia di una consorella. Lì furono localizzate ed arrestate. Condotte lei e la sua compagna Sr Victoria Arregui nella sede del Comitato Comunista, furono condannate a morte per la loro condizione di religiose, insieme con due sacerdoti che avevano clandestinamente celebrato l’Eucaristia nel loro rifugio: D. José Ruiz e D. Antonio Bueno. Suor Joaquina si difese con solidi argomenti prima di accettare la condonna a morte senza colpe nè previo processo. E prima di essere fucilata davanti muro del cimitero di Gilet, strappò con forza l’arma al boia che cercò di usarle violenza prima di sparare. Allora uno dei sacerdoti compagni di martirio, D. José Ruiz, le disse di non perdere l’occasione di entrare trionfante in cielo. Si fermò a pensare, consegnò l’arma e chiese pubblicamente perdono della sua codardia. Poi chiese l’assoluzione a D. José, perdonò i suoi persecutori e ricevette i colpi mortali mentre gridava: “Viva Cristo Re!”. Era l’alba del 29 ottobre 1936.
Suor Victoria Aregui Guinea
Nacque a Bilbao il 19 dicembre 1894. Era figlia di Venancio (bracciante) e Liboria. Educata presso le Figlie della Carità fu membro dell’Associazione delle Figlie di Maria della Medaglia Miracolosa, coltivando con passione l’orazione, il servizio ai bisognosi e la devozione mariana. In questo ambiente sentì la vocazione e la seguì: entrò in Comunità il 17 marzo 1921. Realizzò il postulandato nell’Ospedale provinciale di Pamplona ed il Seminario a Madrid. Terminata la sua formazione iniziale, fu destinata alla Casa Beneficencia di Valencia ai laboratori di ricamo e cucito, giacchè era una vera artista dell’ago e in quella casa si ricamavano ornamenti per molte chiese di Spagna e di paesi stranieri. Disimpegnò la sua missione ricamando ed insegnando a ricamare alle giovani del laboratorio e compiendo i suoi doveri come stabilito nelle Regole della Comunità. Iniziata la persecuzione, fu espulsa dalla Comunità con le sue consorelle e si rifugiò a Foyos con Sr Joaquina Rey. Con lei visse il rimanere nascoste, la prigione ed il martirio, con la differenza che Sr Victoria Arregui, più timida della sua compagna, accettò senza resistere la condanna a morte ed il martirio, dopo aver ricevuto l’assoluzione e l’Eucaristia dalle mani di D. Josè Ruiz, sacerdote compagno di martirio. Morì come la sua compagna, gridando “Viva Cristo Re!”.
Suor Mª Rosario Ciércoles Y Gascón
Nacque a Saragoza il 5 ottobre 1873. I suoi genitori, Juan (chitarrista) e Maria, si preoccuparono di darle una buona educazione nel collegio diretto dalle Figlie della Carità. Compì studi di Musica prima di entrare in Comunità. Da giovane fece parte dell’Associazione delle Figlie di Maria della Medaglia Miracolosa che viveva allora la sua spiritualità mariana con una forte esigenza di preghiera e servizio ai bisognosi. In questo ambiente avvertì la chiamata di Dio e decise di entrare in Comunità il 24 ottobre 1892. Realizzò il postulandato nell’Ospedale generale di Madrid e terminato il Seminario, ebnbe varie destinazioni, disimpegnando la sua missione come organista, maestra di musica e di arti manuali: Escuelas de la Purísima di Barcelllona, Collegio di Barbastro, Escuelas de la Milagrosa de Madrid e Collegio-Asilo di San Eugenio di Valencia. Aveva un temperamento energico, però sapeva controllarsi e si dedicava interamente alla sua missione di educatrice. Con la persecuzione del 1936, la Comunità dell’Asilo di san Eugenio di Valencia fu espulsa e dispersa. Sr. Rosario con altre due compagne si rifugiarono a Puzol (Valencia), a casa di un familiare di una consorella. Lì restarono, molto controllate e minacciate dal Comitato Comunista del paese. Nella casa stava anche rifugiato un sacerdote che celebrava l’Eucaristia clandestinamente. Il 17 agosto 1936 furono catturate e condotte al Comitato, insieme con il sacerdote. Sr. Rosario cercò di difendersi e di difendere le sue consorelle, ma non ottenne nulla. Il giorno seguente, all’alba, le martirizzarono moralmente e fisicamente, in un limoneto vicino al cimitero di Benavites (Valencia), crivellando il loro corpo con colpi di mitraglia.
Suor Micaela Hernán Martínez
Nacque a Burgos il 6 Maggio 1881. Era figlia di Benito (commerciante) e Micaela. Educata presso le Figlie della Carità fu membro dell’Associazione delle Figlie di Maria della Medaglia Miracolosa del Collegio di Saldaña a Burgos.Realizzò il postulandato nell’Ospizio di Burgos e, terminata la prova, entrò in Comunità il 21 novembre 1901. Al termine del suo periodo di formazione in Seminario, ebbe varie destinazioni: Ospedale provinciale di Albacete, Asilo Infantile di Jerez, Cocina y Comedor del salvador a Jerez, Scuole di Polanco (Santander) e Collegio-Asilo di San Eugenio di Valencia. Il suo servizio fu prevalentemente tra i bambini piccoli, che educava ed istruiva con bontà e pazienza. In Comunità si mostrò sempre disponibile e fedele alle Regole della Compagnia. Con la persecuzione del 1936, fu espulsa dall’Asilo con tutta la comunitàe subì il martirio nelle stesse circostande di Sr. M.Rosario Ciércoles.
Suor Mª Luisa Bermúdez Ruiz
Nacque a San Pelayo de Sabugueira (Coruña )il 10 ottobre 1893. Era figlia di D. Elías Bermúdez Cotón e Dña Mª del Carmen Ruiz García-Flores, entrambi di nobili origini. Aveano grandi possedimenti e un palazzo signorile con proprio stemma di famiglia, che richiamava gli ostentati titoli nobiliari, ma con la croce e l’iscrizione “Ave Maria”, prova della religiosità e del carattere cristiano della famiglia. Aveva una sorella di due anni più giovane di lei, che pure fu Figlia della Carità. Si chiamava Sor Mª Asunción Bermúdez Ruiz. Entrambe furono educate nel Collegio che le Figlie della Carità tenevano a Santiago de Compostela e lì sentirono l’amore verso i poveri e la chiamata di Dio. Di comune accordo donarono tutto il loro patrimonio alla Congregazione della Missione. Mª Luisa realizzó il postulandato o prova nell’asilo San Blas di Madrid e in seguito entrò in Comunità il 30 agosto 1917. Terminato il suo periodo di formazione iniziale fu destinata a case dedicate all’infanzia abbandonata. Aveva un dono speciale per i bambini più piccoli. Le sue destinazioni furono la Residenza dei Bambini Santa Eulalia di Barcelona (1918), Casa Culla del Bambino Gesù a Logroño (1920) ela Casa Caridad di Saragoza (1921). In seguito si ammalò e fu costretta ad un periodo di riposo nella casa San Cayetano di Madrid. Ristabilitasi fu destinata al Collegio Asilo de Las Mercedes di Madrid (1922) e finalmente al Collegio-Asilo San Eugenio di Valencia (1931). Con la persecuzione del 1936, fu espulsa dall’Asilo con tutta la Comunità e subì il martirio nelle stesse circostanze di Sr. M.Rosario Ciércoles e la sua compagna Sr. Micaela.