Gaudent Angeli! Gaudete, quia cum Christo regnat! Si rallegrano gli Angeli! Rallegratevi anche voi, perché regna con Cristo!
La Chiesa del cielo e quella della terra si uniscono alla felicità infinita di Dio, che incorona sua Madre e cantano con amore la gioia verginale di Colei, che si introduce per tutta l’eternità nella gioia del suo Figlio e Angeli e Santi si affrettano ad acclamarla Regina, mentre la terra gioisce, per aver dato al Cielo la sua gemma più bella (Liturgia). Il culto della Madonna assunta è giunto in Sardegna con i bizantini quando, nei tempi successivi al crollo dell’impero romano, la Sardegna passa sotto il controllo di Costantinopoli. Ecco perché in parecchie località dell’Isola sussiste la venerazione della Vergine Maria come dormiente adagiata su una lettiga e non trionfante, come è invece tipico della tradizione della Chiesa romana. In tantissime località della nostra terra, in virtù di questa antichissima tradizione, si celebra la Dormitio Virginis intesa come sonno, riposo, passaggio, momenti ai quali seguono la Resurrezione, l’Elevazione al cielo e l’Incoronazione. A Cagliari, in Cattedrale, come ogni anno all’approssimarsi del 15 agosto, le donne appartenenti alle nobili famiglie cagliaritane degli Amat, Manca di Villahermosa e Sanjust, diventano le protagoniste indiscusse della vestizione del simulacro della Vergine dormiente che, dopo averlo pulito, rivestito e adornato di fiori, lo depongono su una lettiga e lo espongono al centro della navata centrale. Molto bella la descrizione del rito che sa quasi di liturgia; la preghiera, il silenzio assorto che circonda e accompagna i gesti consueti tramandati per generazioni, dicono che vestizione e svestizione dell’Assunta rimangono come testimonianza di una pietà cristiana profondamente sentita. Alla Vergine viene fatto indossare l’abito in raso di seta, color crema, ricamato con filo d’oro e impreziosito da pietre dure. La vita è stretta da una cintura, anch’essa di raso. Sull’abito, due teli di raso celeste scendono dagli omeri sino ai piedi. Sul capo della Madonna viene messa una parrucca, confezionata con le trecce di Andreina Manca di Villahermosa che se le recise una quarantina d’anni orsono. Quindi viene sistemato il diadema, in metallo non prezioso, da cui parte il velo bianco che ricopre, come un sudario, l’Assunta dormiente sino ai piedi, lasciando scoperto solo il viso. Finita la vestizione, il simulacro è adagiato sulla lettiga e trasferito in processione, al centro della navata principale. Dieci angioletti dorati vengono collocati attorno alla “lettessa”: tre per ciascun lato, due ai piedi e due alla testa. Le statuine servono anche per reggere un velo finissimo e trasparente che ricopre l’insieme. Infine, si sistemano quattro candelieri, uno per ciascun vertice. Sino al 1943, attorno alla lettiga veniva disposta, sui quattro lati, una piccola recinzione in ferro battuto, stile impero, rubata durante il periodo dello sfollamento e non più reintegrata. La vestizione avviene il 6 agosto e coincide con l’inizio della Novena, la svestizione il 26 agosto a conclusione dell’ottavario. L’usanza risale ai primi dell’Ottocento, quando i Savoia si trasferirono a Cagliari e la elessero come loro residenza provvisoria. Qui, nel Palazzo Regio accanto alla Cattedrale, Maria Cristina, moglie di Carlo Felice, insieme alle nobili cagliaritane delle famiglie Amat, Manca di Villahermosa e Sanjust, si impegnano a ristabilire le tradizioni legate alla festa della Vergine Assunta, andate attenuandosi dopo la dominazione spagnola. Quando nel nel 1815 i Savoia lasciarono Cagliari, Maria Cristina diede alle dame Amat, Manca e Sanjust il privilegio di provvedere alla vestizione ed alla svestizione del simulacro in occasione della festa dell’Assunta.
Tratto da: Almanacco di Cagliari – 1989