Il Progetto Elen Joy affonda le sue radici in una storia di carità che da secoli spinge le Figlie di San Vincenzo de’ Paoli verso i più poveri. Le suore sono le prime in Sardegna a occuparsi del problema della tratta degli esseri umani sin dalla fine degli anni ’90. Nel 2002 la Congregazione partecipa al bando emanato dal Dipartimento per le Pari Opportunità, per il finanziamento di progetti dedicati alle vittime di tratta e grave sfruttamento. Il 15 marzo 2003, Festa di Santa Luisa, l’opera viene inaugurata. Da quel giorno sono state 279 le persone di cui il Progetto si è occupato, di 28 nazionalità. 191 le donne nigeriane provenienti dallo sfruttamento sessuale su strada, 14 arrivate dalla Romania, 11 uomini dal Pakistan, vittime di sfruttamento lavorativo. Il 9 ottobre 2023, abbiamo festeggiato i primi vent’anni di lavoro con il convegno “Passo dopo passo, un Carisma di bruciante attualità“.
L’evento è stato aperto dai saluti della Visitatrice delle Figlie della Carità, Suor Maria Rosaria Matranga e dell’Arcivescovo di Cagliari S.E. Mons. Giuseppe Baturi. Nel suo intervento la Visitatrice ha voluto ringraziare tutte le Sorelle e gli operatori che negli anni hanno prestato il loro servizio, ricordando le parole che San Vincenzo rivolgeva alla prime Figlie della Carità: Sorelle, quale felicità servire i poveri prigionieri, abbandonati nelle mani di persone senza compassione! Ho visto quella povera gente trattata come bestie! Dio ne ha provato compassione. L’Arcivescovo ha richiamato l’attenzione sui dati del rapporto annuale del Dipartimento di Stato americano sulla tratta nel mondo, per evidenziare le dimensioni dello sfruttamento sessuale e lavorativo nel territorio italiano, dove sono in aumento anche accattonaggio forzato e servitù domestica, oltre a casi di traffico di organi e adozioni illegali.
Il convegno è proseguito con un confronto istituzionale tra i partner che in questi anni hanno collaborato efficacemente con il Progetto: Regione, Prefettura, Questura, Squadra Mobile. Il Prefetto di Cagliari, Giuseppe De Matteis, ha sottolineato come da tanto tempo ci si porti dietro un approccio sbagliato ai flussi migratori, che privilegia uno sguardo attento ai numeri e alle statistiche, piuttosto che pensare alle persone e alle loro storie. Fabrizio Selis, Dirigente Ufficio Immigrazione della Questura di Cagliari, descrive il Progetto come un’organizzazione che punta il proprio intervento sulla persona. Una realtà ben strutturata sotto il profilo delle collaborazioni con la rete del territorio. Natale Casile, Seconda Sezione della Squadra Mobile della Questura di Cagliari, racconta di una collaborazione che ha portato, negli anni, alla liberazione di tante vittime di tratta e all’individuazione dei trafficanti. Un buon lavoro anche quello con l’Unità di Strada della Congregazione: l’ultima occasione di collaborazione ha portato alla testimonianza di un uomo coinvolto nel caporalato. Il Progetto Elen Joy si è evoluto anche verso altre forme di sfruttamento nel territorio. Il colonnello dei Carabinieri Michele Tamponi, ricorda un’azienda tessile dove alcune donne cinesi vivevano e lavoravano: cucivano tutti i giorni per 16 ore consecutive, spesso a fianco dei loro bambini. Anche durante l’ispezione dei NIL, le donne continuavano a portare avanti il loro lavoro e non si riusciva a farle interrompere. Per la Regione Sardegna è intervenuto Marco Sechi, illustrando la collaborazione con la Congregazione per le attività di comunicazione e sensibilizzazione. Importante traguardo è stato inserire il tema della tratta all’interno degli interventi del Piano Regionale con azioni programmate.
Il supervisore del Progetto, Vincenzo Castelli, nel ricordare che le Figlie della Carità sono l’unico ente religioso titolare, in Italia, di un progetto sulla tratta di esseri umani, vede questa come una possibilità di offrire un modello di presa in carico affettuosa. Elenca alcuni dei progetti con i quali si è collaborato in questi anni a partire da Save the Children per i minori, il progetto Diagrammi Sud con Capofila FLAI-CGIL per il tema del caporalato, che ha permesso di sperimentare nuove metodologie, il progetto CA-P.I.R.E. con la Prefettura di Cagliari, il progetto in corso di realizzazione C.A.S.L.I.S, Contrasto Allo Sfruttamento Lavorativo In Sardegna, con Capofila la Regione Sardegna. A chiudere la mattinata l’intervento di Francesca Pitzalis, coordinatrice delle attività del Progetto, che ha evidenziato l’elemento centrale nell’operato della Congregazione: da sempre ha messo al primo posto la persona, in ogni azione rivolta verso il povero (ovvero colui che attraversa un momento di difficoltà e di sofferenza). Elen Joy è oggi un progetto complesso, che si occupa di prevenzione, contatto con le persone, accoglienza, inserimento socio lavorativo… ma anche del mantenimento e della crescita della rete multi agenzia, le azioni di informazione, formazione e sensibilizzazione della cittadinanza. Tante le persone accolte in questi anni, tante le iniziative promosse (prodotti cinematografici, radiofonici, scrittura, laboratori creativi).
La sessione pomeridiana è stata aperta da Suor Francesca Edet-Oqua, rappresentate delle Figlie della Carità presso l‘Organizzazione delle Nazioni Unite (ONU). Se oggi parlare di schiavitù e colonialismo sembra anacronistico, in realtà non possiamo essere abbastanza trionfanti al riguardo… poiché il mondo è stato nuovamente inondato da una forma moderna di schiavitù: il traffico di esseri umani, di organi e il lavoro minorile a basso costo. Le Figlie della Carità alle Nazioni Unite, sostengono la giustizia e i diritti umani, e portano la voce di coloro che sono poveri, nel dibattito globale. Cooperando con diverse realtà internazionali e ordini religiosi, pensiamo che, insieme, possiamo rendere la tratta di esseri umani una reliquia del passato.
Il pomeriggio è proseguito dando voce ai diversi carismi religiosi al servizio del tema della tratta in Italia. Per le Suore Adoratrici Ancelle del Santissimo Sacramento e della Carità, fondate in Spagna nel 1856, si è collegata da remoto Suor Maria Pilar. La fondatrice, Micaela Desmaisieres, fu pioniera nella lotta contro lo sfruttamento, la schiavitù, il disprezzo, la violenza, in cui venivano trascinate molte giovani donne nella città di Madrid. Suor Pilar ha presentato l’Associazione Micaela Onlus, che porta avanti, mossa dallo stesso spirito, l’opera della fondatrice.
L’ultimo intervento è quello di Suor Maria Rosario Bolanos “Charo” della Suore Oblate del Santissimo Redentore. Una congregazione fondata oltre 150 anni fa con un unico carisma: accogliere e accompagnare le donne prostituite, nell’impegno di fare insieme un cammino di liberazione evangelica, e con loro cambiare il loro contesto. Diverse le collaborazioni a partire da On the road sino a quella con le Suore Scalabriniane nel progetto Chaire Gynai (che significa benvenuta donna), voluto da Papa Francesco.
La giornata è stata impreziosita dall’ascolto delle testimonianze di alcune persone che, in questi anni, hanno beneficiato del programma. Per l’occasione abbiamo presentato e distribuito una rivista che racconta la nascita e l’evoluzione del Progetto Elen Joy. L’evento è stato seguito con interesse dalla stampa (vedi Rassegna).