Il Superiore Generale, P. Tomaz Mavric, c.m. a San Paolo fuori le mura, nell’omelia della Messa conclusiva il Simposio internazionale della Famiglia Vincenziana a Roma – 15 ottobre 2017 – ha chiesto che fra i cammini da intraprendere per vedere il volto di Gesù più chiaramente… crescere nella carità ed essere convincenti seguaci del carisma vincenziano, è di vitale importanza: rinnovare, approfondire e ravvivare la nostra vicinanza ai Santi e Beati della Famiglia Vincenziana, con la diffusione, la venerazione, la fiducia, e l’intercessione del loro patrocinio, a livello locale, nazionale e internazionale. Rileggendo l’omelia di quello storico evento, abbiamo pensato di comporre una mostra fotografica che comunicasse, seppur brevemente, la testimonianza di santi e beati che, ispirandosi al “volto di Cristo” scoperto e seguito da San Vincenzo de’ Paoli e Luisa de Marillac, hanno raggiunto le periferie della condizione umana come albero piantato lungo corsi d’acqua, che dà frutto a suo tempo (Sal. 1,3) e incarnando la legge del seme che dà la vita morendo (cfr. Gv. 12,20-26). Così i corridoi della Casa Provinciale sono divenuti, uno spazio espositivo a pannelli, di colore tenue e delicato, per dare evidenza a splendide figure, ognuno con una propria individualità ma affini per non essersi mai fermati a mezza strada nel cammino di conformità a Cristo povero, obbediente, servitore del disegno d’Amore del Padre. La mostra, nella sua umile semplicità, vuole essere un viaggio simbolico nel multiforme universo della santità vincenziana, un’occasione ricca di emozioni per raccontare il Carisma nei suoi diversi rami di Carità e di servizio moltiplicatisi, in diverse parti del mondo, nella fedeltà dinamica al Carisma cristocentrico di Vincenzo de’ Paoli. Non possiamo non citare la limpida e umile devozione alla Santa Vergine di Santa Caterina Labouré, la laboriosità e la profonda capacità di perdono di Santa G. Antida Thouret, lo stato di vita personale e coniugale del Beato Federico Ozanam, della Beata Elizabeth Ann Bayley Seton, il tenace coraggio dei martiri: Jan Gabriele Perboire, Ghébré Michael, Pietro Renato Rogue, Francesco Regis Clet, la consolante Carità e l’umile dedizione della Beata Suor Rosalie Rendu, Suor Giuseppina Nicoli, della SdD Suor Gabriella Borgarino, di Suor Teresa Tambelli, di Suor Anna Cantalupo, la passione missionaria di San Giustino de Jacobis, di Padre G. B. Manzella e numerosi altri… Modelli di vita che servendo la “carne di Cristo” nella persona dei poveri, fanno parte di quella bellezza così antica e così nuova che, oggi come ieri, innamora e trascina chiunque sia impegnato a ingaggiare una lotta con se stesso per divenire cristiano adulto nella fede e nella carità.
Lasciamo parlare alcuni di loro:
San Jan Gabriele Perboire, martirizzato a Wuhan, in Cina: … Gesù merita tutto: perché non dargli tutto?
Beato Pietro Renato Rogue, martire della rivoluzione francese, Tutto in me proclami la bontà del Signore! Ho servito Dio, … ho conservato la fede, vado a morire per essa.
San Francesco Regis Clet, martire in Cina, Non vedo barlume di speranza per il martirio; in ogni caso non ho difficoltà a convincermi che non ne sono degno…
San Giustino de Jacobis, evangelizzatore dell’Etiopia che muore sfinito dalle fatiche apostoliche: Se qualcuno vi domanda: Chi è questo straniero? Rispondete: un cristiano di Roma, che ama i cristiani di Etiopia più di sua madre, più di suo padre…
Beata Suor Rosalie Rendu: La Figlia della Carità deve essere come un paracarro sul quale tutti quelli che sono stanchi hanno il diritto di deporre il loro fardello.
Santa Agostina Pietrantoni, martire, così la definisce San Paolo VI, semplice, limpida, pura, amorosa… e alla fine… dolorosa …. tragica… anzi… simbolica.
Beato Federico Ozanam, marito e padre dolcissimo, docente universitario alla Sorbona, fondatore della Società di San Vincenzo de’ Paoli: Quand’anche mi incatenaste ad un letto per i giorni che mi restano da vivere, non sarebbero sufficienti per ringraziarvi dei giorni che ho vissuto. Ah! se queste pagine sono le ultime che scrivo, siano essi un inno alla vostra bontà.
Santa Elizabeth Ann Bayley Seton, Fondatrice delle Suore della Carità – Stati Uniti. vedova e madre: Dio è con noi, e se le sofferenze abbondano in noi anche le sue consolazioni abbondano grandemente, molto al di là di quanto si possa esprimere.
Santa Caterina Labourè, Seminarista ( novizia) Figlia della Carità: Nella notte tra il 18 e 19 luglio, e il 27 novembre del 1830, a Parigi- Rue du Bac 140, la Madonna le appare per affidarle la missione di far conoscere al mondo la Medaglia Miracolosa con la preghiera: O Maria concepita senza peccato pregate per noi che ricorriamo a Voi.
Santa Giovanna Antida Thouret –Fondatrice delle Suore della Carità– : È ai piedi di Gesù crocifisso che attingo tutta la forza di cui ho bisogno.
Beata Giuseppina Nicoli: ho imparato ad amare sempre più la mia cara vocazione e sono sempre più felice d’essere, sebbene indegna, Figlia della Carità.
SdD Sr Teresa Tambelli: Il Signore mi ha mandato quest’anima proprio per ricordarmi ciò che stavo per dimenticare… il lato divino di ogni nostra azione!
SdD Sr Anna Cantalupo: Non basta una giornata per capire la volontà di Dio a fare la carità.
SdD Sr Gabriella Borgarino: Gesù aveva un foglietto in mano con scritto proprio questa preziosa invocazione: “PROVVIDENZA DIVINA DEL CUOR DI GESÙ, PROVVEDETECI”.
SdD P. G.B. Manzella: Congregazione della Missione, Apostolo infaticabile della Sardegna del ‘900 e Fondatore delle Suore del Getsemani: Celebrando la S. Messa, innalzo l’Ostia, la abbasso e la depongo sul corporale adagio adagio, come se fosse la Beata Vergine Maria che lo depone nella culla. E dico: ‘Mio Gesù, … Vi depongo sull’altare, come la Vostra carissima speciosissima amabilissima Madre vi deponeva nella culla’…
Il variopinto campo della Carità attende ciascuno di noi, occasione unica per maturare l’autentica santità della porta accanto.
Autore: M.R. Columbano