Medaglia Miracolosa – apparizioni

Nella notte fra il 18 e il 19 luglio 1830, fra le undici e mezzo della sera e le due del mattino, Caterina ha un lungo colloquio con la Madonna. La santa però ci rife­risce solo poche cose. La Madonna le affida una mis­sione, in cui sono coinvolte anche le due comunità fon­date da San Vincenzo. Il 27 novembre 1830 segna la data più impor­tante: l’apparizione della Medaglia Miracolosa. Circa queste e altre apparizioni e sogni, abbiamo molti suoi autografi e molte notizie di altre fonti. Per i primi due anni, dopo queste apparizioni (1830-­1831) non possediamo documenti scritti. Tutto ciò che fu pubblicato fino alla morte della Santa, è dovuto al P. J. M. Aladel (1800-1865), missionario di San Vin­cenzo e Confessore-Direttore di Caterina. Egli però non ha lasciato una descrizione completa di tutte le apparizioni, specie per quanto riguarda i particolari della Medaglia. Egli lascia solo una specie di «istan­tanea»: la visione di un «quadro» della S. Vergine dalle mani aperte e raggianti, con l’invito a far coniare una Medaglia e a portarla con devozione. Il libro del P. Aladel, pubblicato anonimo, conobbe ben otto edi­zioni, prima che egli morisse. La nona edizione fu pub­blicata da un altro missionario, il P. J. Chevalier (1810-1899), che la arricchì di altre preziose notizie. L’opera tuttavia restò fondamentalmente un libro di devozione. Ottimi lavori sulla Medaglia furono dovuti ad altri due missionari: il P. E. Crapez (1878-1949) e il P. L. Misermont (1864-1940). Ebbero la fortuna di partecipare al processo di beatificazione della Santa, e di usare, per le loro pubblicazioni, il « Summarium » dei Processi stessi. Non sempre però le loro notizie sono verificabili. Tutte le opere successive hanno at­tinto a quanto scritto da questi missionari. Ultimamente (1976) René Laurentin (il noto marío­logo) e il Padre P. Roche C.M., in collaborazione con molti missionari e Figlie della Carità, hanno pubblicato un prezioso volume (a cui seguirà un secondo) sulla Medaglia e su S. Caterina, con una ricca docu­mentazione storica. Il testo che noi pubblichiamo è preso da questa ultima opera, con un sistema particolare. Anzitutto traduciamo direttamente solo gli autografi di S. Cate­rina. Dato però che sovente sono più di uno e molto simili fra loro, invece di presentarli in sinossi, ne fac­ciamo una specie di catena senza alterare il testo. Ciò permetterà al lettore di avere una descrizione più com­pleta dei fatti e dei testi delle apparizioni con le parole della santa stessa. Per quanto riguarda l’apparizione del 18/19 luglio 1830, stando alla relazione della santa stessa la facciamo precedere dal racconto della visione del Cuore di San Vincenzo, benché di qualche mese prima, perché preparano le visioni avute in se­guito. Gli scritti della santa hanno bisogno di essere perfe­zionati nella punteggiatura, per cui è possibile che l’in­terpretazione data in qualche punto sia opzionale. Le parole fra parentesi sono aggiunte per maggior chiarezza, salvo che il contesto non faccia capire chia­ramente che si tratta di parole della santa stessa.

Apparizione del 19 luglio 1830
Figlia mia, il buon Dio vuole incaricarti di una missione…
Ecco il racconto dagli scritti della santa: Padre mio, lei vuole che le dia qualche piccolo det­taglio su ciò che avvenne ormai 26 anni fa. Credo di essere incapace di farlo. Tuttavia tento di farlo con tutta la semplicità possibile. Prego Maria, mia buona Madre di ricordarmene tut­te le circostanze: «O Maria, fate che sia per la vostra maggior Gloria e per quella del vostro Divin Figlio… » Dò inizio. Sono arrivata (in Seminario) il 21 aprile 1830: era il mercoledì prima della traslazione delle reliquie di San Vincenzo de’ Paoli, felice e contenta di essere arrivata per questo gran giorno di festa. Avevo l’im­pressione di non essere più attaccata alla terra. Domandavo a S. Vincenzo tutte le grazie che mi erano necessarie anche per le due famiglie, per la Francia e per il mondo intero. Mi sembrava che esse ne avessero estremo bisogno. Infine pregai S. Vincenzo di insegnarmi ciò che dovevo domandare con fede viva. Ogni volta che rientravo da San Lazzaro (= Chiesa dei Missionari, dove si conserva l’urna col corpo di S. Vincenzo) avevo tanta pena: mi sembrava di ritro­vare nella comunità S. Vincenzo o almeno il suo cuore che mi appariva ogni volta che tornavo da S. Laz­zaro. Avevo la dolce consolazione di vederlo al di sopra della piccola cassa dove erano esposte le reliquie di San Vincenzo. Mi apparve tre diverse volte: per tre giorni di seguito; bianco color carne, per annunciare la pace, la quiete, l’innocenza, l’unione. Dopo lo vidi rosso-fuoco (per indicare) che doveva infondere la carità nei cuori. Mi sembrava che tutta la comunità doveva rinnovarsi ed estendersi fino all’estremità del mondo. Infine lo vidi rosso-nero, il che mi mise tri­stezza nel cuore, che avevo difficoltà a superare. Non sapevo ne come ne perché tale tristezza si riferiva al cambio di governo. Tuttavia non potei trattenermi dal parlarne con il mio confessore; ciò mi diede una calma molto profonda, distogliendomi da tutti i miei pensieri.

Fui poi favorita da un’altra grande grazia. Fu di vedere nostro Signore nel Santissimo Sacramento, che io vidi per tutto il tempo del mio seminario, eccetto le volte che io dubitavo. Allora la volta seguente non vedevo più nulla, perché volevo approfondire, e dubi­tavo di questo mistero. Credevo di ingannarmi. Il giorno della Santissima Trinità, Nostro Signore mi ap­parve come un Re con la Croce sul petto, nel Santissi­mo Sacramento. Ciò avvenne durante la santa Messa al momento del Vangelo. Mi sembrò che la croce colasse sangue sotto i piedi di Nostro Signore. Mi è sembrato che Nostro Signore fosse spogliato di tutti i suoi or­namenti (caduti) tutti per terra. È a questo punto che ho avuto i pensieri più tristi e più neri. Ho avuto (cioè) il pensiero che il re della terra (= di Francia) sarebbe caduto e spogliato di tutti i suoi abiti regali. Di ciò ho avuto tanti (altri) pensieri che non saprei spiegare, sulle perdite che si sarebbero fatte.

Giunse così la festa di San Vincenzo, quando alla vigilia, la nostra buona madre Marta ci fece un’istru­zione sulla devozione ai santi e in particolare sulla de­vozione alla Santa Vergine. Il che mi diede un tal de­siderio di vedere la Santissima Vergine che mi sono coricata con questo pensiero: quella stessa notte avrei visto la mia buona Madre. Era da molto tempo che desideravo vederla. Alla fine mi sono addormentata. Poiché ci era stato distribuito un pezzetto di cotta di San Vincenzo, io ne tagliai la metà e la inghiottii. Così mi sono addormentata col pensiero che San Vin­cenzo mi avrebbe ottenuto la grazia di vedere la San­tissíma Vergine. Finalmente alle undici e mezza di sera mi sono sentita chiamare:

– Suor Labouré, Suor Labouré!
Mi svegliai e guardai dalla parte dove sentivo la voce, che veniva dalla parte del passaggio (fra le due fila di letti). Tiro la tendina, vedo un bambino bianco vestito, di circa quattro o cinque anni, che mi dice:

– Venga in cappella. Presto, si alzi e venga in cappella. La Santa Vergine l’aspetta».
Mi viene subito un dubbio: «qualcuno potrà veder­mi»!. Il bambino risponde al mio pensiero:

– Stia tranquilla, sono le undici e mezzo e tutti dormono. Venga, l’aspetto.
Io mi sono sbrigata a vestirmi e mi sono diretta verso il bambino che era rimasto in piedi, senza avan­zare al capo del letto. Egli mi ha seguito, o piuttosto l’ho seguito io, (stando) sempre alla mia sinistra, span­dendo raggi luminosi ovunque passava. Le luci, dove noi passavamo, erano accese dappertutto. Ciò mi stu­piva molto. Ma molto di più fu la sorpresa quando sono entrata in cappella: la porta si aprì appena il bambino la toccò con la punta del dito. La mia sorpresa è stata poi molto più completa quando vidi tutte le candele e le lampade accese, il che mi ricordava la messa di mezzanotte (= a Natale).
Non vedevo tuttavia la Santa Vergine. Il bambino mi condusse nel presbiterio, a fianco della poltrona del direttore, e là mi inginocchiai. Il bambino rimase in piedi per tutto il tempo. Siccome trovavo lungo il tempo (dell’attesa), guardavo se le vegliatrici non passassero per la tribuna. Finalmente arrivò il momento, e il bambino me lo fece notare dicendomi:

– Ecco la Santa Vergine. Eccola!
Sentii un rumore come di un fruscio di veste di seta che veniva dalla parte della tribuna, presso il qua­dro di S. Giuseppe, che andava a posarsi sui gradini dell’altare dalla parte del vangelo, in una poltrona si­mile a quella (del quadro) di S. Anna. Solamente la Santa Vergine non era la stessa figura (che è nel quadro) di S. Anna. Io dubitavo che fosse la Santa Vergine. Tuttavia il bambino che era là mi disse:

– Ecco la Santa Vergine!
Mi sarebbe impossibile dire ciò che ho provato in quel momento o ciò che avveniva dentro di me. Non ero sicura di vedere la Santa Vergine…
Fu allora che quel bambino non mi parlò più come un bambino, ma come un uomo molto forte, con pa­role fra le più decise. Allora, guardando la Santa Ver­gine, feci un salto verso di lei, in ginocchio, sui gradini dell’altare. Appoggiai le mie mani sulle ginocchia della Santa Vergine…
Quel momento fu il più dolce della mia vita, e mi sarebbe impossibile dire tutto ciò che ho provato. Ella mi disse come dovevo comportarmi col mio Di­rettore, e molte (altre) cose che non dovevo dire; il modo di comportarmi nelle mie pene: di venire a get­tarmi ai piedi dell’altare, e lo indicò con la mano sini­stra, e là effondere il mio cuore. Là avrei ricevuto tutte le consolazioni di cui avrei avuto bisogno.
– Figlia mia, il buon Dio vuole incaricarti di una missione; avrai molte pene, ma le supererai pensando che lo fai per la gloria del buon Dio. Conoscerai ciò che viene dal buon Dio. Sarai tormentata fino a quan­do non l’avrai detto a colui che è incaricato di guidarti. Sarai contraddetta ma avrai la grazia. Non temere nul­la. Dì tutto ciò che avviene in te con confidenza. Dillo con semplicità. Abbi fiducia. Non temere. Vedrai certe cose: rendi conto di ciò che vedrai e sentirai. Sarai ispirata nella tua orazione: rendi conto di ciò che ti ho detto e di ciò che vedrai nelle tue orazioni.

I tempi sono molto tristi. Disgrazie verranno ad abbattersi sulla Francia. Il trono sarà rovesciato. Il mondo intero sarà sconvolto da calamità di ogni ge­nere. (La Santa Vergine aveva un’espressione molto addolorata nel dire ciò).Ma tu vieni ai piedi di questo altare, qui le grazie saranno sparse su tutte le persone che le chiederanno con confidenza e fervore.Figlia mia, a me piace spandere le mie grazie parti­colarmente sulla Comunità. Io l’amo molto per fortuna. Sono (però) addolorata: ci sono grandi abusi. Le Re­gole non sono osservate e la regolarità lascia a desi­derare.

C’è un grande rilassamento nelle due Comunità. Dil­lo a colui che è incaricato di te; benché egli non sia superiore, fra non molto avrà un incarico specifico sulla comunità. Egli deve fare tutto il possibile perché la la regola sia rimessa in vigore. Digli da parte mia di vegliare sulle cattive letture, sulla perdita di tempo e sulle visite. Quando la regola sarà rimessa in vi­gore, ci sarà un’altra comunità che verrà a unirsi alla vostra. Non è la consuetudine, ma Io la amo. Dì che le ricevano, Dio le benedirà. Esse godranno di una gran­de pace.

La comunità godrà di una grande pace e diverrà numerosa. Sopravverranno però grandi sciagure. Il pericolo sarà grande. Tuttavia non temete. Dì che non abbiano paura. La protezione del buon Dio è sem­pre presente, in modo tutto particolare, e San Vincenzo proteggerà la comunità (La Santa Vergine era sempre triste).
Io stessa però sarò con voi. Ho sempre vegliato su di voi. Io vi concederò molte grazie. Verrà il momento in cui il pericolo sarà talmente grande da credere tutto perduto. Allora io sarò con voi. Abbiate fiducia, avrete modo di riconoscere la mia visita, la protezione di Dio e di San Vincenzo sulle due Comunità. Abbiate fiducia, non scoraggiatevi: in quel momento sarò con voi. Ma non sarà lo stesso delle altre comunità: ci saran­no delle vittime. (La Santa Vergine aveva le lacrime agli occhi nel dire ciò). Fra il clero di Parigi ci saranno molte vittime. Mon­signore l’Arcivescovo morirà (a questa parola, di nuovo lacrime).

Figlia mia, la croce sarà disprezzata, la getteranno per terra, scorrerà il sangue nelle vie. Si aprirà di nuovo il Costato di Nostro Signore, le vie saranno insangui­nate. Monsignor l’Arcivescovo sarà spogliato dei suoi abiti (a questo punto la Santa Vergine non poteva più parlare, la pena era dipinta sul suo volto).

Figlia mia, mi disse, il mondo intero sarà nella tri­stezza. A queste parole, io pensavo quando sarebbe accaduto (tutto) ciò: ho capito molto bene: 40 anni e dieci e poi la pace. Su questo argomento, Padre Aladel mi disse: «Chis­sà se voi e anch’io ci saremo?». Gli risposi: «Ci saran­no altri, se non ci saremo noi».
Mi ricordo che un giorno dicevo al P. Aladel: « La Santa Vergine vuole da voi una missione. Inoltre voi ne sarete il fondatore e il direttore. È una Compagnia di Figlie di Maria, alla quale la Santa Vergine concederà molte grazie. Vi saranno accordate indulgenze. Le Figlie (di Maria) saranno molto felici. Si faranno molte feste. Il mese di Maria si celebrerà con grande solennità e sarà generale. Le feste saranno grandi. «Io amo queste feste e accordo grazie». Si celebrerà anche il mese di San Giuseppe. Ci sarà molta devozione. È grande la protezione di San Giusep­pe. Ci sarà molta devozione al Sacro Cuore di Gesù… Allora le domandai il significato di tutte le cose che avevo visto, e Lei mi spiegò tutto. Non so quanto tempo sono rimasta là. Tutto ciò che so, quando Ella se ne partì, è che notai come qualche cosa che si spegneva, poi soltanto un’ombra che si diri­geva dalla parte della tribuna, per lo stesso cammino da dove era arrivata. Mi alzai dai gradini dell’altare e notai il bambino dove l’avevo lasciato. Mi disse:

– Se n’è andata.
Abbiamo rifatto lo stesso cammino, sempre tutto illuminato, col bambino sempre alla mia sinistra. Io pensavo che questo bambino fosse il mio Angelo cu­stode che si era reso visibile per farmi vedere la Santa Vergine. Infatti l’avevo pregato perché mi ottenesse questo favore Era vestito di bianco, portava una luce miracolosa, cioè era splendente di luce. Aveva press’a poco quattro o cinque anni. Ritornai a letto alle due del mattino, infatti sentii battere l’ora. Non ho più dormito.

Apparizione del 27 novembre 1830
Fai coniare una Medaglia secondo questo modello…
Ecco il testo della santa: 27 novembre 1830. O Regina, che siete assisa presso Dio, ascoltate favo­revolmente le mie preghiere. È per voi e per la vostra maggior gloria che vi prego di illuminarmi e darmi le forze e il coraggio di agire per la vostra più grande gloria… Mi sembra di essere, in quel momento così deside­rabile per me, al sabato vigilia della prima domenica di avvento, giorno in cui la nostra buona madre Marta ci fece una così bella istruzione sulla devozione ai santi e alla Santa Vergine. Ciò mi diede un così grande desi­derio di vedere la Santa Vergine che pensai che ella mi avrebbe fatto questa grazia. Ma questo desiderio era così grande che avevo la convinzione che l’avrei vista nella sua più grande bellezza.
Il medesimo giorno alle cinque e mezzo di pomerig­gio, all’ora dell’orazione, dopo (la lettura) del punto del­la meditazione, cioè qualche minuto dopo, in un pro­fondo silenzio, mi è sembrato di udire un rumore come il fruscio di una veste di seta che veniva dal lato della tribuna, a fianco del quadro di San Giuseppe. Dando una sguardo da quella parte, ho visto la San­ta Vergine vicino al quadro di San Giuseppe. Essa aveva una palla bianca sotto ai piedi. Era in piedi, vestita di bianco, di media statura, di un aspetto così bello che non potrei dirne la bellezza. Aveva un vestito di color bianco-aurora accollato, fatto come si dice «alla vergine», con le maniche lisce. Il capo era coperto con un velo bianco che le scendeva da ogni lato fino ai piedi; di sotto aveva i capelli a bandine, e di sopra una specie di cuffia con una piccola trina, larga press’a poco due dita, appoggiata leggermente sui ca­pelli. I piedi erano appoggiati su una palla, o meglio su una mezza palla, almeno non vedevo che la metà. Te­neva anche una palla fra le mani che rappresentava il globo. Teneva le mani all’altezza della vita, in modo tutto naturale. Gli occhi erano rivolti verso il cielo. In quel momento il suo volto era straordinariamente bello, che non potrei descrivere… Poi all’improvviso, ho notato che le sue dita si sono riempite di anelli con pietre preziose, le une più belle delle altre. Alcune più grosse, altre più piccole, che emettevano raggi, gli uni più belli degli altri. Tali raggi uscivano dalle gemme più grosse a più grandi fasci, che si espandevano sempre più. Dalle più piccole scaturivano raggi più sottili che si espandevano sempre più verso il basso. I raggi che uscivano da queste gem­me splendevano da ogni parte, coprendo tutta la parte inferiore (della figura), tanto che non si vedevano più i piedi. Non mi sarebbe possibile dirvi ciò che sentivo, cioè i pensieri e tutto ciò che ho appreso in così breve tem­po: non riuscirei a dirlo. Proprio mentre la stavo contemplando, la Santa Ver­gine abbassò gli occhi guardandomi, e sentii una voce in fondo al cuore che mi disse queste parole:

– Questa palla che tu vedi rappresenta il mondo intero, specialmente la Francia e ogni anima in par­ticolare.
Qui mi è impossibile descrivere ciò che ho perce­pito e ciò che ho visto: bellezza, splendore, raggi così belli…
– Questi raggi che tu vedi, sono il simbolo delle Grazie che io spando sulle persone che me le chie­dono. Queste gemme da cui non escono raggi, sono le grazie che uno dimentica di chiedermi. Mi fece (così) comprendere come la Santa Vergine gradiva di essere pregata, e come fosse generosa verso le persone che la invocavano; come fossero abbondanti le grazie che ella concedeva alle persone che gliele do­mandavano; come fosse grande la gioia che provava nel concederle…
Dove fossi in quel momento… non saprei: ero piena di gioia. Attorno alla Santa Vergine si era formmato un quadro un po’ ovale, dove nella parte alta del quadro (si leggevano) queste parole: scritte in lettere d’oro: – O Maria, concepita senza peccato, pregate per noi che ricorriamo a voi!

Allora sentii una voce che mi disse:

– Fai, fai coniare una medaglia secondo questo modello; tutte le persone che la porteranno, riceve­ranno grandi grazie, portandola al collo. Le grazie saranno abbondanti per le persone che la porteranno con confidenza. Dopo aver contemplato questo quadro, mi è sem­brato che si girasse. È allora che ho visto il rovescio della Medaglia. (In seguito) ero preoccupata, perché non sapevo che cosa bisognava mettere al lato del rovescio della Medaglia. Dopo tante preghiere, un giorno, durante la meditazione, mi è sembrato di sentire una voce che mi diceva:

– L’M e i due cuori sono sufficientemente elo­quenti.
Tutto disparve come qualcosa che si spegne, e io sono rimasta ricolma non so… non so di che cosa: di buoni sentimenti, di gioia, di consolazione.

Autore: p. Italo Zedde, C.M.