Beato Fortunato Velasco Tobar e 13 Compagni

E’ la causa dei martiri C.M. della persecuzione spagnola appartenenti a diverse diocesi. Lo studio dei vari Processi unificati nel 1986 si è protratto fino al 2002, anche perchè nel dicembre 1995 erano intervenute difficoltà con il Relatore della Causa e furono intrapresi lavori di approfondimento sulle testimonianze martoriali. Nel 2002 è stata consegnata la Positio super Martyrio. Processo di canonizzazione aperto nella diocesi di teruel-albarracín il 15 ottobre 1960 si inziò il processo nella diocesi, successivamente si unificarono le cause di varie diocesi e nel giugno 2002 si consegnò la positio congiunta denominata Padre Fortunato Velasco Tobar e 13 Compagni. I servi di dio martiri, dopo la promulgazione del decreto autorizzata il 5 luglio 2013 dal Santo Padre, sono stati beatificati a Tarragona il 13 ottobre 2013.Nel giugno del 1936 formavano la comunità di Alcorisa (Teruel) cinque sacerdoti e due fratelli coadiutori. Di loro due Padri e un Fratello furono martirizzati:

 

Padre Fortunato Velasco Tobar
Nacque a Tardajos (Burgos) il 1 giugno1906. Entrò nella Congregazione della Missione il 18 settembre 1923, pronunciando i voti propri dell’Istituto il 19 settembre 1925. Come tanti altri martiri della Congregazione della Missione ricevette gli ordini sacri dalle mani da un altro insigne martire della stessa persecuzione :Cruz Laplana y Laguna, Vescovo di Cuenca. Nella sua prima messa celebrata nella Basílica de la Milagrosa lo assistettero tre suoi fratelli: i PP. Esteban, Luis eMaximino Velasco Tobar, C. M. Fatti gli studi superiori a Londres, fu destinato al collegio apostolico di Teruel, capitale, e poi spostato a Alcorisa (Teruel) nel 1935. Del Servo di Dio è stato detto che nel suo aspetto esteriore appariva un riflesso della felicità che sentiva nel cuore, così come il fervore della sua carità e la delicatezza di coscienza, perchè viveva pienamente la sua vita di sacerdote e missionario.

 

Padre Leoncio Pérez Nebreda
Nacque il 18 marzo 1895 a Villarmentero (Burgos). Entrò nella Congregazione della Missione il 19 agosto 1911 , pronunciando i voti propri dell’Istituto il 1 gennaio 1914. Fu ordinato sacerdote il 10 agosto 1921. Come P. Velasco fu sempre professore del Collegio apostolico della Congregazione, prima a Teruel e poi, dal 1935, ad Alcorisa. Aveva una spiccata intelligenza, ma mai si vantò delle sue buone qualità umane: al contrario, seguendo la teologia cristocentrica del Santo Fondatore, seppe vedere Cristo nella persona di ogni uomo, guadagnandosi così la fama di sacerdote fervoroso e retto.

 

Fratel Luis Aguirre Bilbao
Nacque a Munguía (Vizcaya) il 19 agosto 1914. Orfano da bambino, presto sentì la vocazione religiosa. A 17 anni lasciò Guernica (Vizcaya) dove lavorava come meccanico per entrare nel noviziato il 29 giugno 1931,emettendo i voti il 30giugno 1933.Fu destinato al collegio di Alcorisa. Tre anni dopo si meritò la grazia del martirio, congiungendo la fama di santità a quella di innocenza. Qualche mese prima aveva manifestato per iscritto la sua conformità alla volontà di Dio e la sua ferma volontà di dimostrare la fede fino alla offerta della vita.Negli ultimi giorni il Servo di Dio ed il fr. Felipe Barbero, suo compagno di comunità, si scambiarono reciprocamente la raccomandazione delle loro anime. Fu il prino a donare la vita per Cristo. Il 29 luglio 1936, alle 7 di sera, si riunì la comunità nel Coro per prepararsi a morire. P. Emilio Conde confessò i tre Servi di Dio. Uscirono tutti cercando rifugio, tranne P. Fortunato, che era l’economo, e P. Luis, che rimasero in Casa pensando che potevano essere utili al bene spirituale del popolo. Lo stesso giorno i marxisti assaltarono la Casa, e la presero senza violenza. Presero i due, li separarono e proprio sulla porta si consumò il martirio di Aguirre, che morì gridando: “Viva Cristo Re”. Stava per compiere 22 anni. Intanto P. Fortunato fu portato in carcere con due sacerdoti e altri strappati alle loro comunità religiose. In quella prima notte di prigionia si confessarono tutti e si prepararono alla morte imminente. Li lasciarono invece liberi, ma il Servo di Dio fu arrestato di nuovo il 22 agosto: fu fucilato il 24 agosto 1936. Morì perdonando quelli che lo uccidevano. P. Leoncio si era diretto verso Saragoza, cercando rifugio. Passò di villaggio in villaggio, ormai stremato. In un villaggio potè dir messa e tornare a ricevere l’assoluzione sacramentale: a Oliete (Teruel) lo riconobbero come religioso e un contandino, fingendo di aiutarlo, lo fece salire su un carretto e lo condusse in cima ad un burrone, a tre chilometri da Oliete, e lì lo uccise a colpi di uno strumento di lavoro dei campi, gettando il corpo dal precipizio. Era il 2 agosto 1936: il giorno seguente l’assassino cominciò a vantarsi raccontando pubblicamente il fatto brutale, con tutti i particolari. Si vantava dicendo che aveva abbattuto un grosso uccello.

 

Padre Antonio Carmaniu Mercader
Nacque e Rialp (Lérida) il 17 aprile 1860. Nel 1872 entrò nel seminario diocesano di Seo de Urgel (Lérida) dove fece gli studi ecclesiastici fino al Febbraio 1879 quando passò al Noviziato della Congregazione della Missione, emettendo i voti propri dell’Istituto il 23 Febbraio 1881. Ordinato sacerdote nel 1881 fu destinato a Palma de Mallorca, rivelandosi un grande predicatore nelle Missioni popolari. Ebbe varie destinazioni a Figueras (Gerona), Bellpuig (Lérida) e Barcelona e Rialp, suo paese natale. Eretta la Provincia Canonica a Barcellona, il Servo di Dio vi fu incorporato. Nel 1936 faceva parte della Comunità della Casa Provinciale di Barcellona C/ Provenza 212. Come tutta la Comunità, fu costretto a fuggire di nascosto il 19 luglio 1936, rifugiandosi in varie case di conoscenti. Sentendosi più sicuro nel suo paese, passò a Rialp, col permesso del Superiore P. Ramis. Tuttavia fu perseguitato anche lì, per cui partì per la Francia, pensando di trovare rifugio in qualche Casa della Congregazione: ma fu scoperto e, sopo un periodo di carcerazione, fu martirizzato a causa della sua condizione di sacerdote e missionario il 17 agosto 1937, nel territorio municipale di Llavorsi, diocesi di Urgel, gridando “Viva Cristo Re !”. Il Suo cadavere era perforato da 16 colpi di proiettile.

 

Padre Ireneo Rodríguez González
Nacque a Los Balbases (Burgos) il 10 febbraio 1879. Il 2 giugno 1895 fu ammesso nella Congregazione della Missione, ed emise i voti propri dell’Istituto il 3 giugno 1897. Fu ordinato sacerdote il 1 novembre 1903 e immediatamente destinato nelle Filippine, dove eserciterà il suoi ministeri sacerdotali e missionari fino al 1923. Dal 1923 al 1927 ebbe la sua destinazione nella Casa Provinciale di Madrid e dal 1927 al 1931 a Cuba. Nel dicembre 1931 fu destinato al Collegio apostolico di Sigüenza (Guadalajara) dove troverà il martirio. Il tratto saliente della sua personalità era il suo spirito di fede e una simpatia ben orientata nei suoi ministeri. Amabile e condiscendente con tutti, la sua conversazione era sempre amena e gradevole. Buono di carattere, non ebbe mai risentimento con alcuno, ma anzi era sempre disponibile al servizio e per questo era da tutti benvoluto.

 

Padre Gregorio Cermeño Barceló
Nacque a Saragoza il 9 maggio 1874. Entrò nella Congregazione della Missione il 27 aprile 1892, ed emise i voti propri dell’Istituto il 28 aprile 1894. Ordinato sacerdote l’8 settembre 1899 passò due anni, da professore, nel seminario di Porto-Alegre in Brasile ed ebbe diverse destinazioni in Spagna: l’ultima fu al Collegio apostolico di Guadalajara, nel 1929.

 

 

Padre Vicente Vilumbrales Fuente
Nacque a Reinoso de Bureba (Burgos) il 5 aprile 1909. Entrò nella Congregazione della Missione il 14 settembre 1926 ed emise i voti propri dell’Istituto il 27 settembre 1928. Fu ordinato sacerdote il 9 settembre 1934. Dopo un periodo per completare gli studi a Londres e una breve permanenza nella casa Provinciale di Madrid, fu inviato provvisoriamente al Collegio Apostolico di Guadalajara nel febbraio 1936. Lì lo colse la gloriosa morte coi suoi compagni di comunità.

 

Fratel Narciso Pascual Pascual
Naque a Sarreaus (Orense) l’11 agosto 1917. Entrò nella Congregazione il 26 novembre 1933 e emise i voti propri dell’Istituto, come fratello coadiutore, il 27 novembre 1935 e fu destinato al Seminario di San Pablo de Cuenca. La persecuzione religiosa si manifestò con crudezza a Cuenca il 1 maggio 1936. Espulsa da Cuenca la Comunità dei Vincenziani per ordine governativoe con grandi minacce, il Fr. Pascual si rifugiò per un po’ di tempo nel Palazzo Vescovile, per poi andare nella Casa Centrale di Madrid. Fu inviato dai superiori al Collegio apostolico intanto fondato a Guadalajara, dove morì per mano dei nemici della fede, insieme con tre compagni di Comunità, all’età di 19 anni. Dal rifugio del palazzo Vescovile di Cuenca scrisse ai genitori una lunga e profonda lettera, dove tra l’altro dice: “Io non ho paura di niente di quello che si dice. Sono disposto a tutto, perchè se moriamo, moriamo per la fede in Cristo e professando Cristo, e per la nostra Patria, in difesa del suo santo ideale, e così ci salveremo”. La domenica 26 luglio 1936 i PP. Ireneo Rodríguez González, Gregorio Cermeño Barceló, Vicente Vilumbrales Fuente e Fr. Narciso Pascual Pascual furono incarcerati nella Prigione Centrale di Guadalajara. Tennero un comportamento esemplare tra le più grandi privazioni e vessazioni, insieme con altri sacerdoti e religiosi. Li uccisero tutti nello stesso carcere, nel modo più crudele, nella notte tra il 6 e il 7 dicembre 1936.

 

Come in molte altre diocesi, il Vescovo di Oviedo aveva affidato alla Congregazione della Missione l’organizzazione e la direzione spirituale del Seminario. Per questo si costituì all’inizio del sec. XX una comunità stabile che nel 1934 risultava composta da 5 sacerdoti ed un fratello codiutore. Tutti furono arrestati durante la persecuzione religiosa che nelle Asturie ebbe la sua massima intensità nell’ottobre 1934: diedero la loro vita per la fede i PP. Tomás Pallarés Ibáñez e Vicente Pastor Vicente e fratel Salustiano González Crespo, oltre due professori, sacerdoti secolari e sei seminaristi.

 

Padre Tomás Pallarés Ibáñez
Nacque a Iglesuela del Cid (Teruel) il 6 marzo 1890, entrò in Congregazione l’8 settembre 1906, pronunciò i voti 9 settembre 1908 e fu ordinato sacerdote a Madrid il 29 agosto 1915. Già nella sua prima destinazione, nelle Canarie, si distinse per per il suo talento, il suo preciso linguaggio dottrinale, la sua grande mortificazione e umiltà. Destinato alla Casa Provinciale, dal 1927 al 1930 visse un intenso tempo di apostolato. Stava per compiere i 40 anni, quando cominciò ad esercitare il suo ministero nel Seminario Diocesano di Oviedo. All’inzio ebbe l’incarico di mayordomo (amministratore) del Seminario e successivamente di direttore spirituale. Nell’ottobre del 1934 era Vice-Rettore, ed era considerato dai sacerdoti che lì si formarono come un vero padre.

 

Fratel Salustiano González Crespo
Nacque il 1 maggio1871 a Tapia de la Ribera (León), entrò in Congregazione il 28 ottobre 1894, pronunciò i voti il 29 ottobre 1896. Dal 1900 al 1928 fu destinato alle Canarie. Dopo un periodo nella Casa-Teologado di Cuenxa, in 1930 fu destinato al Seminario Diocesano di Oviedo, disimpegnando i compiti di cuoco e portiere, modello ed esempio di vita soprannaturale, semplicità e abnegazione per tutti i seminaristi che lo conobbero.

 

Gli altri quattro Servi di Dio della diocesi di Oviedo furono martirizzati nel 1936 e appartenevano alla comunità di Gijón (Asturias). Questi sono i loro nomi: padre Pelayo-José Granado Prieto, padre Andrés Avelino Gutiérrez Moral, padre Ricardo Atanes Castro e padre Amado García Sánchez.

 

Padre Pelayo-José Granado Prieto
Nacque a Santa María de los Llanos (Cuenca) il 30 luglio 1895, entrò in Congregazione l’8 settembre 1914, pronunciò i voti il 9 settembre 1916 e fu ordinato sacerdote il 25 maggio 1923. Il suo principale ministero fu la predicazione nelle missioni al popolo, che, nei suoi appunti personali, definì come ” un’ambasciata che Dio invia attraverso i suoi ministri per trattare dell’unico affare che è la salvezza dell’anima”. Fu destinato in diverse zone dell’Andalusia e a Badajoz fino al 1935, quando fu destinato alla casa di Gijón (Asturias) dove incontrerà il martirio il 27 agosto 1936. Il martirio di P. Granado è marcato dall’obbedienza. Pauroso di natura, anche perchè aveva il ricordo incancellabile della precedente rivoluzione asturiana (1934) che lo aveva molto impressionato, P. Granado ripeteva spesso: “Ho paura di Gijón”. Ciò nonostante non si rifiutò all’obbedienza e accettò la destinazione in Asturias. Uno dei suoi ministeri importanti era la predicazione, tanto nelle missioni popolari che nelle feste liturgiche straordinarie. La Comunità si era impegnata con il Parroco di un paese vicino chiamato La Corrada a predicare il sermone della festa della Vergine del Carmelo, che si celebrava la domenica successiva al 14 luglio, vale a dire il 19 luglio del 1936. Di fronte agli avvenimenti della vigilia, P. Pelayo non nasconde il suo timore, ma ritenendo di dover adempiere al dovere di La Corrada, celebra il sermone e assiste alla processione con una grande folla devota, ma anche con i persecutori della chiesa che minacciano: “Quello che si va a cercare, quello si trova..”. Dopo essersi rifugiato per un certo tempo con sacerdoti della zona, senza tralasciare di amministrare i sacramenti a quelli nascosti, fu scoperto e, dopo vari giorni di sofferenze fisiche e morali, lo uccisero nel villaggio vicino, Soto del Barco, buttando il suo corpo a pezzi nel fiume Nalón.

 

Padre Andrés Avelino Gutiérrez Moral
Nacque a Salazar de Amaya (Burgos) il 12 novembre 1886, entrò in Congregazione il 3 luglio 1903, pronunciò i voti il 4 luglio 1905 e fu ordinato sacerdote a Limpias nell’ottobre del 1911. Sia a Limpias che a Tardajos, a Orense e a Gijón, si distinse per la sua predicazione zelante e ardente nelle missioni popolari, la sua resistenza alle avversità e alle difficoltà del periodo, la sua solida dottrina e la sua grande simpatia verso bambini e anziani. Stava a Gijón dal 1933: aveva dunque vissuto la persecuzione del 1934. Andarono a prendere P. Avelino nella sua residenza il 25 luglio 1936: egli non nascose il suo nome, nè la sua condizione di sacerdote vincenziano. Il 3 agosto fu portato con un camion a un villaggio chiamato Sariego, presso Villaviciosa, e da lì lo fecero salire, attraverso cespugli e già molto affaticato, sopra un monte, dove gli spararono varie volte, lasciandolo mezzo morto. Accorsero alcune paesani ad aiutarlo, ma spirò verso le 5 del pomeriggio, dopo un’estenuante agonia. Il parroco del villaggio raccolse per quanto fu possibile le testimonianze dei paesani e così si è potuto documentare perfettamente questi fatti.

 

Padre Ricardo Atanes Castro
Nacque a Cualedro (Orense) il 5 maggio 1875, entrò in Congregazione l’ 11 maggio 1891, pronunciò i voti il 3 agosto 1893 e fu ordinato sacerdote il 27 maggio 1899. La sua prima destinazione fu il Messico, dove passò 14 anni alternando l’insegnamento nel Seminario diocesano alla predicazione del vangelo agli indios mayas. Nel 1914 fu destinato agli Stati Uniti, ritornò in Spagna nel 1924 destinato a Orense e nel 1935 fu inviato alla casa di Gijón (Asturias), da dove andrà incontro al martirio il 14 agosto 1936. Si conserva un suo scritto giovanile a un formatore del seminario, dove racconta il suo lavoro missionario nel Messico e gli parla con allegria della possibilità di morire martire. Si capisce che il formatore gli aveva parlato della relazione tra martirio e attività missionaria, ed il discepolo ora gli raccontava la sua esperienza. P. Atanes fu portato prigioniero nel carcere improvvisato per religiosi nel Collegio dei Gesuiti di Gijón. Lo inserirono nell’assassinio di massa del 14 agosto, insieme a sette sacerdoti secolari, quattro cappuccini (tre dei quali sacerdoti) e tre gesuiti. La cosa fu preparata come una specie di spettacolo pubblico: furono condotti in pieno giorno su un camion scoperto per le strade di Gijón, esposti alle grida della folla contro i sacerdoti e contro la Chiesa. Li uccisero nello stesso cimitero.

 

Padre Amado García Sánchez
Nacque a Moscardón (Teruel) il 29 aprile 1903, entrò in Congregazione il 10 settembre 1917, pronunciò i voti il 30 aprile 1921, avendo compiuto i 18 anni, e fu ordinato sacerdote il 2 maggio 1926, avendone compiuti 23. Sue prime destinazioni furono Ávila e Granada, sempre impegnato nel ministero delle missioni popolari, particolarmente nei paesi poveri. Nel febbraio del 1929 fu inviato a fondare la casa di Gijón (Asturias) e nel 1935 ne fu nominato Superiore. A Gijón, oltre che delle missioni, si occupava della cappellania delle Figlie della Carità e della direzione spirituale dei vari gruppi delle Figlie di Maria. Queste giovani del Patronato furono quelle che visitarono P. Amado in prigione e ne riconobbero poi il cadavere all’obitorio. Dopo che fu preso P. Avelino Gutiérrez, si ritrovarono soli nella casa il Superiore, P. Amado García Sánchez, e il Fr. Paulino Jiménez, che era molto anziano. Il 15 agosto P. Amado andò a celebrare la messa in un collegio delle Figlie della Carità di Gijón: qualcuno lo vide e lo denunciò, ma riuscì a salvarsi dalla registrazione. Le Figlie di Maria gli misero a disposizione le loro case, e restò nascosto qualche giorno. Aveva però lasciato solo nella residenza Fr. Paulino Jiménez e, come Superiore, volle riunirsi a lui. Li presero nei giorni 18 e 19 ottobre, portandoli prigionieri alla Chiesa dei Gesuiti, insieme a molti sacerdoti e religiosi. Nei pochi giorni di prigionia confessò molti e confortò coloro che andavano al martirio. Il 24 ottobre, vigilia di Cristo Re, di pomeriggio, venne il turno di P. Amado García: diede l’arrivederci in cielo a Fr. Paulino, che non fu ucciso perchè anziano, e andò in gruppo ad essere fucilato nel cimitero di Ceares de Gijón. Delle giovani Figlie di Maria trovarono il cadavere di P. Amado e riuscirono a portar via un asciugamano che aveva al collo, impregnato del suo sangue.Questo asciugamano si conserva nel museo dei martiri di Madrid, anche se ne mancano alcuni pezzi che quelle ragazze si divisero, come preziose reliquie. Tornata la pace, si è potuto riconoscere il cadavere e seppellirlo con la dovuta dignità in una nicchia dei PP. Vincenziani di Gijón.

Autore: suor Josefina Salvo HdlC
(Nostra libera traduzione in italiano)