La Crèche di Betlemme

La Crèche si occupa di 110-120 bambini dai 0-6 anni i 2/3 dei quali vengono mandati dai servizi sociali per diversi motivi:

* indigenza familiare e maltrattamenti in un contesto di vita precaria; qui noi cerchiamo comunque di mantenere il bambino con la madre;

* abbandono di neonati dopo vari tentativi di aborto. Accoglienza delle madri celibi, disperate, traumatizzate dalle conseguenze drammatiche familari e culturali: si tratta di sfuggire alla morte.

Alcuni bambini arrivano direttamente da noi. Vengono lasciati davanti alla porta da un vicino, trovati in un campo dalla polizia, abbandonati sul portone da sconosciuti. Per prima cosa dobbiamo fare una ricerca d’identità e un riconoscimento di maternità, cosa spesso molto difficile. A partire da circa la metà degli anni ’80 la crèche ha cominciato ad ampliare la propria missione, aprendosi ad accogliere i casi sociali di tutte le autonomie palestinesi. Nel corso degli anni la Crèche ha avuto un’evoluzione nella qualità dell’assistenza e dell’educazione, cresciute grazie a scelte accurate e lungimiranti operate dalla direzione che ha voluto porre al centro della propria attenzione e cura i bambini. Gli spazi sono stati risistemati per creare degli ambienti ampi, gioiosi e accoglienti per i bambini e funzionali per il personale. Una grande attenzione è stata posta alla preparazione del personale. Affinchè i bambini possano avere accanto a loro figure che rimangono costanti nel tempo, la direzione dell’orfanotrofio ha operato la scelta di offrire al proprio personale le migliori condizioni di lavoro, permettendo in tal modo che il personale assunto sia incentivato a rimanere presso la Crèche e dando quindi senso di stabilità ai bambini con la propria presenza. Un orfanotrofio, per i suoi piccoli ospiti, può essere un luogo che, pur offrendo cure premurose e attente da parte di personale qualificato, lascia i bambini isolati, separati dal mondo esterno. Proprio con l’intenzione di aprire la vita quotidiana dei piccoli a contatti con l’esterno, è stato creato un asilo aperto a tutti i bambini. Le famiglie lasciano durante la giornata i loro bimbi che svolgono le attività educative e i giochi insieme ai bambini dell’orfanotrofio, permettendo un reciproco scambio di arricchimento e condivisione. Presso la Crèche opera un assistente sociale che si occupa di curare i rapporti con le famiglie, specialmente riguardo ai reinserimenti dei bambini in famiglia e situazioni problematiche. Nel corso degli anni sono state attivate proficue relazioni di scambio con le facoltà di pedagogia e di psicologia dell’Università di Betlemme, per favorire lo svolgimento di tirocini, di studi, nonchè per valutare diagnosi dei singoli bambini in prospettiva di utili terapie. Al fine sviluppare tutte le attitudini dei bambini e di stimolarli nel gioco e nell’apprendimento, l’orfanotrofio è stato dotato di numerose strutture quali laboratori, spazi gioco, giardini e anche di una piscina. La Crèche è una struttura moderna e qualificata che offre i propri servizi sociali a tutte le autonomie palestinesi. La Crèche si sostiene grazie alle donazioni delle famiglie. È possibile dare il proprio contributo per offrire un sostegno a distanza a La Crèche e ai suoi piccoli ospiti.

Vuoi condividere la gioia di veder crescere questi bambini? Con il tuo piccolo contributo potrai contribuire alle spese mediche e alimentari ma anche all’inserimento a scuola e al reinserimento di questi bambini nella società.

– C.C. postale n. 17468 intestato a Congregazione Figlie della Carità
– C.C. bancario/Banco di Sardegna n.3, Via della Pineta, 112 – 09126 Cagliari
IBAN: IT46b0101504803000070048861

Suor Maria Mastinu, originaria di Milis è unica italiana Figlia della Carità di San Vincenzo de’ Paoli a Betlemme, presente a La Crèche.

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