In questi giorni in cui contempliamo la nascita del Figlio Dio a Betlemme col suo forte richiamo all’accoglienza, alla fraternità, al desiderio di diffusa bontà, non si può non pensare ai bambini la cui accoglienza è rifiutata: i bambini dei campi profughi, i bambini respinti davanti a muri di filo spinato, i bambini delle baraccopoli prigionieri di confini innalzati di proposito in un mondo a noi molto vicino. Non c’è posto per loro! come duemila anni fa… Maria e Giuseppe cercano un albergo per far nascere al riparo il Figlio di Dio ma non c’è posto per loro nell’albergo! Vengono da troppo lontano…! E il Verbo si fece carne in una grotta di pastori. Oltre che poesia piena di armonia, la natività è sempre più scomodante, piena di domande e così essenziale da fare la differenza nella nostra vita. Per entrare nella storia di Gesù accolto dai pastori, accolto dalla gente semplice, dai Magi, dagli umili e dai poveri in spirito, siamo andati a trovare i bambini ospitati a Sassari, in Casa Santa Luisa, che seppure di fede islamica sono entrati comunque in relazione col presepe. Lasciamo la parola ad alcune Sorelle della Casa per farci dire come i bambini afgani hanno interagito davanti alla semplicità, alla povertà dal cuore grande che danno bellezza del Presepe. Il nostro Presepe, racconta suor Andreana, lo prepariamo ogni anno nell’atrio davanti alla portineria, lo spazio è ampio per i numerosi e grandi personaggi; lo facciamo lì per ricordare a noi, in primis, e poi a chi viene in Casa nostra che il Figlio di Dio si è fatto Bambino, ha avuto una famiglia. La grande novità di quest’anno è che avendo dato alloggio a mamme con bambini, il nostro presepe è visitato spesso dai piccoli che fanno una breve sosta mentre giocano e si rincorrono. La Sorella che sta in portineria dice che i bambini davanti al Presepe si sono molto entusiasmati, non ne avevano mai visto uno; i loro occhi brillavano di candido stupore… Il loro sguardo interrogante sembra ogni volta farsi parola; si fermano, osservano, timidamente accarezzano qualche personaggio, qualche pecorella… Così è della sinfonia di luci diverse e dei canti natalizi che suscitano dolcezza e tanta gioia. Dinanzi alla rappresentazione di questa storia di Cielo e di terra, nessuno resta indifferente, alcuni bisbigliano qualcosa ma non ci è dato sapere cosa, per via della lingua. Chissà!!! Magari affiorano domande che alla sera prima di andare a dormire dicono alle proprie mamme… Ognuno ha un rapporto diverso con la rappresentazione della Natività; le adolescenti, per esempio, belle e sorridenti si scattano delle foto davanti al presepe, altri sostano a guardare in silenzio tutte le sere durante una passeggiata. Una mamma, lì con due dei suoi tre figli, tristissima per il marito e l’altro figlio che non sono riusciti a partire con lei, ha offerto in dono delle conchiglie. In questa occasione hanno anch’essi ricevuto dei regali quantunque, non abbiamo detto loro che lo scambio di doni è il gesto simbolico che aiuta a ricordare la straordinaria bontà di quanto è accaduto quella Notte: la nascita del Salvatore, il Dio – con – noi che si è fatto Bambino a Betlemme!!! Una cosa è certa: il Natale non offende nessuno! Semmai, espresso attraverso la sacra rappresentazione della Natività rende tutti molto più felici.

Autore: Suor M.Rita Columbano