Anche due suore sarde all’Assemblea Generale delle Figlie della Carità per rispondere sempre meglio alle sfide della povertà. Le Figlie della Carità della Sardegna parteciperanno alla prossima Assemblea Generale della loro Congregazione in programma dal 29 ottobre al 21 novembre nella nello storico n.140 di Rue du Bac, di Parigi, dove da 400 anni partono gli input caritativi per le quasi 13 mila suore che in 96 paesi dei cinque continenti sono al servizio di Cristo nei più poveri. Suor Rina Bua, visitatrice regionale delle Figlie della Carità, parteciperà di diritto; suor Rita Columbano in rappresentanza delle oltre 200 suore che in Sardegna declinano in molti modi l’insegnamento di San Vincenzo de’ Paoli. “Come di consueto – dice suor Bua – quest’Assemblea, appuntamento fisso di ogni sei anni di impegno missionario, verificherà e promuoverà la fedeltà al carisma e la vitalità apostolica dell’intera Compagnia. Le oltre 150 suore delegate discerneranno insieme come rispondere meglio alle sfide importanti, che variano a seconda dei tempi, delle situazioni oggettive degli stati, delle caratteristiche e delle emergenze territoriali. Oggi sono molti i volti del povero, al cui servizio si mette la nostra Compagnia. In questo tempo sono poveri anche l’emigrato, l’esule, il profugo; le persone che non hanno accesso a uno sviluppo integrale, problema drammatico quando coinvolge i bambini perché segna inesorabilmente il loro futuro e il loro destino. Papa Francesco ci sollecita a non trascurare la salvaguardia della «casa comune», la mistica del «vivere insieme», la trasmissione della fede e dei valori cristiani alle giovani generazioni…in fedeltà alla Chiesa e al loro carisma; senza dimenticare i poveri tradizionali: ammalati, anziani, donne vittime della tratta e della violenza, ragazzi di strada”. Le Figlie della Carità in Sardegna dal 1856, quando arrivarono a Cagliari e a Sassari per impegnarsi nel campo dell’evangelizzazione, professionalmente e solidaristicamente nei rispettivi ospedali cittadini, hanno da subito occupato le frontiere più diverse della povertà. Nei primi 50 anni di presenza nell’isola hanno dato vita a 25 fondazioni, nei successivi 50 hanno triplicato la loro presenza dando vita ad altre 61 comunità, principalmente in tre campi di azione: formazione della gioventù, soprattutto attraverso la creazione di una rete di asili infantili che raggiungevano anche i paesi dell’entroterra; l’assistenza a orfani e abbandonati, l’allargamento delle opere assistenziali a particolari forme di povertà: ciechi, sordomuti, carcerati, alienati e anziani rimasti soli. Oggi le sister sarde sono presenti in 17 comuni dell’isola, diventati una centrale della carità, e in 6 paesi extraeuropei: suor Giuseppina Altana in Madagascar, suor Anna Maria Zuddas in Mozambico, suor Claretta Dessì in Bolivia, suor Maria Mastinu in Terra Santa, suor Teresa Manca in Camerun e suor Anna Fenu in Tunisia. In Sardegna, in campo sanitario le Figlie della Carità sono ancora presenti in 2 ospedali; gestiscono 5 ambulatori e 4 infermerie per suore anziane. Nel socio-assistenziale funzionano col marchio “san Vincenzo” 4 strutture residenziali, 2 per l’accoglienza semiresidenziale e occasionale, 2 piccole comunità per dipendenze (una per alcoolisti). Insieme ai volontari vincenziani le suore sono presenti in 5 realtà carcerarie, 6 ostelli, strutture di accoglienza e riorientamento (2 a Sassari dove funziona anche un “diurno”). Tre centri in favore delle vittime della tratta (Cagliari, Sassari e Nuoro). Mense vincenziane anche a Nuoro, Olbia e 2 a Sassari. Sono 10 i centri di ascolto e sostegno immediato: il “pronto soccorso” delle Figlie della Carità. In ambito educativo le suore gestiscono 9 asili nido, 13 scuole dell’infanzia e 2 primarie, qualche suora insegna anche nelle scuole di 1 e secondo grado, statali e paritarie; 4 case famiglia e 3 per l’accoglienza di donne maltrattate e gestanti e madri con bambini. Tra le ultime realizzazioni anche una comunità per uomini deboli psicologicamente e maltrattati. “Un’intensa attività che si può fare solamente se si riesce a conservare – dice suor Rina Bua – lo spirito e l’essenza del carisma vincenziano, che continuamente approfondiamo con momenti formativi e ritiri spirituali. Anche la prossima assemblea mondiale, nel corso della quale eleggeremo la nuova superiora generale, sarà aperta da una settimana di ritiro spirituale, che introdurrà tre settimane e mezzo di riflessione sul tema: “EPHATA! Ovvero Varcare la soglia della porta… Andare verso… Incontrare…” L’assemblea internazionale è anche una occasione speciale per approfondire il messaggio dei fondatori, San Vincenzo de Paoli e Santa Luisa De Marillac, per vivere il presente con creatività, definire alcuni orientamenti per rispondere alle sfide missionarie e spirituali di oggi ed entrare nel futuro con gioia e fiducia”.

Per l’Assemblea generale 2021, è stata creata un’area speciale sul Sito web della Compagnia (http://filles-de-la-charite.org/). C’è un’area pubblica, accessibile a tutti e c’è un’area privata, riservata unicamente alle Figlie della Carità:
https://www.filles-de-la-charite.org/it/assemblea-generale-2021/

Autore: Mario Girau
Pubblicato sul numero 35 di Sulcis Iglesiente Oggi del 17 ottobre 2021